Chi era Caterina De Marchi
LA MAESTRA CATERINA DE MARCHI
UN RICORDO PARTICOLARE E RICONOSCENTE
Ho conosciuto la maestra De Marchi nell’ultimo periodo della sua carriera scolastica e non sono stata una sua allieva, eppure, nonostante ciò, ho un ricordo di lei molto chiaro. Probabilmente perché lei era la Maestra, la Maestra di tutti, la Maestra e basta. In paese ha istruito ed educato diverse generazioni di Treppolani che avevano nei suoi confronti un rispetto e una deferenza che io, pur essendo ancora piccola, percepivo palesemente. Basti ricordare che per tutti era la “De Marchi”, nonostante il matrimonio e nonostante l’abitudine del tempo di chiamare le donne con il cognome da sposate o con l’appellativo del marito.
La ricordo alta, magra, con gli occhiali quasi sempre calati sul naso, camminare un po’ ricurva, ma con uno sguardo disponibile ad “ascoltare”. Pronta anche a confortare nel corridoio della scuola una bimbetta, la sottoscritta, che piangeva perché aveva paura della prova di lettura all’esame di seconda elementare. Ogni tanto passava da mia madre e la riempiva di complimenti per le pietanze che preparava o per come curava l’ordine della casa. Ovviamente non dimenticava mai una carezza o un sorriso anche per me che me ne stavo lì seduta sul divano un po’ imbarazzata e a disagio nel vedere la Maestra a casa mia. Nell’immaginario dei bambini di allora gli insegnanti erano realtà a sé stanti, creature quasi astratte e comunque lontane dalla realtà e dalla quotidianità della vita, come se appartenessero a un altro pianeta e vederla lì mi confondeva un po’.
Caterina De Marchi ha svolto nella Comunità di Treppo Carnico un ruolo importante impegnandosi con dedizione ed amore non solo nel mondo della scuola, ma anche in quello dell’assistenza, del sociale e della cultura nel senso più ampio del termine. Con il suo esempio costante, discreto e quotidiano ha lasciato in molti Treppolani un grande ricordo di affetto e bontà unito ad una dote rara che è la disponibilità verso gli altri. Ciò che oggi viene definito spirito di volontariato e senso del dovere, la Maestra li ha attuati in tutta la sua vita.
Caterina De Marchi nasce a Siaio, “sot il cret de Minente”, il 28 giugno 1907 nella famiglia di Elia ed Elena De Cillia “Lene de Minente”. La famiglia, ed esattamente il nonno, proviene da Ghirano di Porto Buffolè in provincia di Treviso. La sua infanzia è quella comune a tutti i bambini di allora: vita semplice aiutando gli adulti nei lavori dei prati e dei campi e accudendo gli animali nella stalla. Incontra in quel periodo quella che resta per tutta la vita l’amica del cuore, Rita Plozzer “di Margarite”, che diventerà anche lei maestra. Le scuole elementari le frequenta a Treppo sotto la guida dello stimato maestro Giulio Martinis. Ed è proprio Martinis che consiglia al capofamiglia di far proseguire gli studi a quella figliola che si distingue per impegno e capacità. I primi due anni di lezione dopo le elementari li fa privatamente, seguita proprio dal maestro Martinis, e poi, sostenuto l’esame di ammissione, inizia a frequentare la scuola pubblica prima a Tolmezzo e poi a Udine presso l’istituto “Caterina Percoto”. Alla fine degli studi l’esame scritto lo sostiene allo Stellini e per quello orale deve recarsi fino a Trieste.
Supera brillantemente le prove, viene immessa in ruolo ed inizia la sua carriera di educatrice nel 1925 nella frazione di Stolvizza, in val di Resia, con grandi problemi di comunicazione con gli alunni, molti dei quali parlano solo slavo. Un anno dopo viene trasferita a Timau e dell’esperienza timavese conserva un gradito ricordo, anche perché ha l’occasione di conoscere ed apprezzare il Direttore didattico Angelo Matiz, al quale verrà in seguito intitolata la scuola media di Paluzza. Nel 1929 è a Ligosullo, dove trascorre cinque anni altrettanto importanti per gli alunni che incontra, il collega con cui collabora, il maestro Bergagnini, e la presenza di Prè Florio con cui entra a stretto contatto, accumulando una lunga serie di storie divertenti e commoventi. Nel 1934 arriva a Treppo dove rimane ininterrottamente per ben 33 anni fino al 1967, anno in cui va in pensione. Quindi in totale 42 anni di servizio, legittimamente premiati con la medaglia d’oro e il riconoscimento di cavalierato a conclusone di un curriculum professionale prestigioso. Si può ammirare la foto di questa cerimonia: insieme a Caterina De Marchi si riconoscono l’Ispettrice Giuseppina Bulfon, il Sindaco Luigi Delli Zotti (già alunno della Maestra), l’Onorevole Bruno Lepre e “Sior Filiz”.
La sua vita privata è ricca di affetti e soddisfazioni. L’11 agosto del 1937 sposa Giuseppe Baritussio “di Coradin” e per il viaggio di nozze si recano a Roma. Una vera rarità per l’epoca! Per un brevissimo periodo si trasferisce nel Marocco francese, dove il marito ha avviato una florida impresa edile, ma una probabile malattia tropicale la costringe ad un precipitoso rientro. Dal loro matrimonio nascono nel 1940 Arnaldo che diventa Missionario Comboniano e nel 1946 Aldo che spende la sua vita professionale di medico presso l’Università di Padova.
Come accennavo prima, non va dimenticata la partecipazione attiva della maestra De Marchi a molte iniziative culturali che riguardano la nostra Comunità, in particolare quelle promosse dal compianto cav. Elio Cortolezzis. A tal proposito va detto che visioni politiche diverse non hanno mai influito sulla determinazione della maestra di contribuire alla vita della Comunità. Con il Direttore didattico Diego Zucchiatti collabora alla scelta dei libri della biblioteca comunale di Treppo Carnico, che gestisce poi per oltre vent’anni, impegnandosi anche nelle mansioni di amministratrice e curatrice della distribuzione. Ricordo che quando mia madre mi accompagnava in biblioteca per prendere un libro, la maestra sapeva sempre suggerire il volume giusto che poi, arrivata a casa, leggevo con piacere. Secondo me conosceva i gusti di tutti i suoi lettori ed era infallibile nei consigli.
In paese è ricordata inoltre per il suo impegno in campo religioso, in parrocchia e fuori; a Treppo è catechista fino all’età di settant’anni! Per molti anni è scrupolosa e attenta missionaria, raccoglie offerte e fa apostolato per le missioni.
Anche in campo sociale Caterina De Marchi si impegna con zelo. É amministratrice per l’asilo già al tempo delle suore, si occupa della raccolta fondi in tempo di guerra e di miseria e organizza pesche di beneficenza, quando i contributi messi a disposizione dal Comune non bastano. Durante l’occupazione cosacca, essendo stato l’asilo trasformato in lazzaretto, cede la propria casa alle suore e si ritira con marito e figlio nella casa dei nonni. Quando le religiose vengono sostituite, continua ad occuparsi della direzione della scuola materna partecipandovi prima come consigliere e poi come presidente. La ricordo benissimo, perché in quel periodo frequenta con maggiore assiduità la nostra casa, quando collabora con Ermes Piccinini (marito di “Tonina” De Cillia) e il maestro Guerrino Urbano nella gestione della struttura. Nella foto scattata all’esterno della scuola materna si vede l’intero direttivo ritratto insieme alla maestra Giovanna Vidoni e alla collaboratrice e cuoca Maria De Cillia. A quei tempi gli alunni frequentanti la scuola materna erano davvero numerosi!
Segue tutte queste attività non solo in gioventù, ma rappresentano la sua missione per l’intera vita fino a quando l’età e la malattia la costringono a fermarsi, a lasciare il paese natale e a trasferirsi a Padova, nella casa del figlio Aldo. Ed è qui che la maestra De Marchi muore, l’8 settembre 1998, assistita amorevolmente e circondata dall’affetto dei figli e dei familiari. Rammento che durante il funerale, svoltosi a Treppo, prima del commiato finale, intervenne a nome del corpo docente della zona il maestro Emilio Di Lena. Mi commossero le sue parole ispirate e toccanti; ricordo che alla fine dell’intervento dai presenti partì un inaspettato e molto spontaneo applauso a sottolineare la condivisione di tutti. Come gesto di profonda riconoscenza e gratitudine, l’Amministrazione Comunale nel 2013 ha iniziato l’iter burocratico per intitolare alla maestra De Marchi la locale Scuola dell’Infanzia.
Mi piace concludere con una citazione che ho tratto da un articolo su Caterina De Marchi scritto dal professor Nino Moro, apparso sul bollettino n° 56 del dicembre 1996: è stata “….una donna per cui non serve scomodare i concetti di femminismo o di pari opportunità, che ha veramente saputo affermarsi nella nostra piccola realtà locale per il suo entusiasmo di educatrice, madre e moglie. Una delle tante donne della Carnia che hanno fatto storia. Una donna privilegiata perché per il suo ruolo ha potuto più di altri incidere nella vita dei suoi paesani. Una donna fortunata perché ha potuto assaporare i frutti meritati del suo instancabile lavoro ed impegno sociale. Una vera cristiana perché ha seminato tanto, senza nulla pretendere, con gratuità e profonda fede. Un dono per noi tutti.”
Notizie tratte da:
-Testimonianze dei famigliari
-Raccolta e ristampa dei bollettini parrocchiali di Treppo – Ligosullo e Tausia
-“Trep e i teus” a cura di Angela Cortolezzis, Maurizia Plos, Manuela Quaglia – Associazione culturale Elio cav. Cortolezzis
È sempre bello leggere storie di persone dei “tempi che furono” trovate casualmente in rete.
Sono caduto così per caso questa mattina di Pasqua 2021 su quanto è stato scritto su mia Madre “la maestre De Marchi” “la Catinute” . Sono rimasto commosso per la veritiera e partecipe penna che l’ha tracciata-. Non posso che dire Grazie. A mia Madre penso di far onore applicandole le stesse parole che il sommo Agostino ha riservato a sua Madre Monica: “Donna nell’aspetto, ma virile nella fede, vegliarda per pacatezza, materna nell’amore, vera cristiana” (Confessioni IX, 4,8) e, aggiungerei, indefessa educatrice. Mandi
padre Arnaldo