Una vita da Corazziere
La notizia della Promozione di Michele Plazzotta a grado di “Sovrintendente del Reggimento Corazzieri” ha riempito di orgoglio non solo i suoi parenti ma tutta la comunità di Treppo Carnico. Da qui la nostra iniziativa per un intervista speciale al nostro compaesano che vive a Roma, ma che porta sempre nel cuore il proprio paese e le proprie origini.
D. Iniziamo con una domanda che probabilmente ti hanno fatto in tanti. Cosa significa essere corazziere e quali sono i compiti principali che svolge?
R. Il Corazziere è la guardia d’onore al Presidente della Repubblica, nasce il 7 febbraio 1868.deve avere un’altezza minima di 190cm e caratteristiche peculiari . I nostri compiti sono appunto di rappresentanza e sicurezza , svolgiamo servizi a cavallo a piedi e di scorta in moto al capo dello Stato.
Essere Corazziere è per me un motivo di orgoglio anche perché è come se avessi portato un pezzettino di Treppo Carnico giù a Roma. Sicuramente il fatto di essere nato e cresciuto in una realtà come il nostro paese mi ha aiutato molto come ovviamente sono stati fondamentali i miei genitori Rino e Teresa.
D. La vostra mansione comporta una preparazione atletica non indifferente. Quali attività fisiche svolgete per mantenervi in forma?
R. Per i nuovi arrivati al Reggimento ci sono 6 mesi circa di corso addestrativo e formativo che servono anche per prepararsi sia fisicamente che mentalmente al nostro ruolo. Quindi corsa, palestra, tecniche di difesa, perfezionamento uso armi di reparto, scorte, addestramento a cavallo ecc. Successivamente si continua con un addestramento e aggiornamento continuo. Tendenzialmente poi ognuno in base alle sue preferenze pratica attività sportiva anche fuori dall’ambito lavorativo.
D. Come si sviluppa la giornata tipica di un corazziere?
R. Si sviluppa principalmente in due luoghi, il Palazzo del Quirinale e la nostra Caserma che si trova nelle vicinanze.
Al Palazzo siamo l’unica forza di polizia presente quindi ci occupiamo di tutto quel che riguarda la sicurezza (controlli ,ecc.) e ovviamente la rappresentanza in divisa con servizi statici. In Caserma si svolge il continuo addestramento personale a piedi a cavallo e in moto.
D. Cosa ti ha portato a scegliere questa che potremmo definirla una vocazione, più che un lavoro nel senso stretto del termine?
R. Sono sempre stato affascinato da questo corpo dell’Arma dei Carabinieri. Appena arruolato ho fatto la richiesta per poterne far parte e il 15 marzo 1996 mi sono presentato a Roma e da lì ormai è passato qualche anno..
D. Il motto del tuo Reggimento è: “Virtus in periculis firmior”, e significa “Il coraggio diventa più forte nel pericolo”. Quali sono dal tuo punto di vista i pericoli che corre oggigiorno la società in cui viviamo?
R. Letteralmente…” le virtù si rafforzano nel pericolo” Domanda impegnativa…credo che i pericoli siamo molteplici anche perché la società è in continuo e veloce cambiamento.
Penso ad esempio all’esasperazione nel concetto di avere-dare un’immagine di se inesistente e comunque tendenzialmente perfetta come ad esempio nei social network.Che poi tendono a spersonalizzare l’individuo e ad omologarlo ad un certo pensiero ed indirizzarlo … Bisognerebbe avere il coraggio di affermare se stessi per quello che si è ,cercando di crescere aggiornarsi sia professionalmente che intellettualmente non avendo paura della propria unicità sempre seguendo e confidando nelle regole della nostra società.Non fermarsi allo status quo delle cose…
Ammiro quelle persone che si mettono sempre in discussione che hanno voglia di fare che si mettono in gioco..
D. Ricordi qualche episodio particolare della tua carriera che ti và di raccontare?
R. Episodi ..tanti ..personali e no.. La realtà del Palazzo è particolare si viene a contatto con tutti i più importanti capi di Stato e personaggi politici e no della nostra epoca…Quando ho iniziato c’era il Presidente Scalfaro poi Ciampi , Napolitano ed ora Mattarella. Personalmente ho un bellissimo ricordo del servizio svolto con il Presidente Scalfaro presso il monumento ai caduti di Timau.
Avendo fatto anch’ io l’Alpino ed essendo in quel luogo circondato da Alpini e reduci di guerra per me è stato un immenso onore e privilegio poter svolgere lì il mio compito istituzionale.
D. Chi ti conosce sà che quando hai del tempo libero non perdi occasione per scappare sù al tuo paese Natale Treppo Carnico. Quali emozioni ti suscita questo ritorno “al campanile”?
R. Treppo Carnico è e sarà sempre la mia terra ,appena posso torno e respiro l’aria di casa .Hai detto bene “ il campanile”…. Quando ritorno è la prima cosa che vedo insieme al viale alberato di ingresso al paese e in quel momento il mio cuore sorride. Il paese negli anni è cambiato …è meno vivo ,ricordo momenti di feste, aggregazioni, di comunità ,che ormai non ci sono più, la sensazione che dà arrivando e quella di un paese tristemente immobile …spero che si ritorni a una vita di paese …o meglio ad un paese vivo.
Grazie Michele per questa tua importante testimonianza. Nell’augurarti nuovi ed appaganti traguardi, ti ringrazio a nome di tutto lo staff Prometeo81 sia per la tua disponibilità in questa breve ma significativa intervista, ma anche per il prestigio che questa tua professione porta a tutta la comunità. A presto (magari a Treppo Carnico).Mandi!