Chi era Enzo Plazzotta
ENZO PLAZZOTTA, UNA VITA PER LA SCULTURA
Treppo Carnico dà i natali a personaggi illustri che durante la loro vita sanno raggiungere posizioni di prestigio e di popolarità. E’ questo il caso dello scultore Enzo Plazzotta che si afferma in campo artistico e la cui fama si estende dall’Inghilterra, sua abituale dimora, all’America e ad altre nazioni, con sorprendenti consensi da parte di critici ed amatori dell’arte.
Enzo Plazzotta nasce a Mestre il 29 maggio 1921 da una famiglia originaria del nostro paese. Giovanissimo, nel 1927, si trasferisce a Gemonio in provincia di Varese con la madre Rina Ortis, rimasta da poco vedova di Silvio Plazzotta. Compie i suoi studi di architettura a Venezia e a Milano. Frequenta l’Accademia di Brera sotto la vigile guida di Francesco Messina, del quale subisce un forte ascendente, e di Giacomo Manzù. I suoi studi vengono interrotti dallo scoppio della seconda guerra mondiale alla quale partecipa combattendo con il reggimento dei Bersaglieri nel deserto del Nord-Africa. Viene insignito della medaglia d’argento al Valor Militare.
Successivamente dedica le sue energie alla causa partigiana tra le file della Resistenza italiana nell’Italia del Nord. É catturato e imprigionato più volte e condannato al confino per quasi un anno. Diventa in seguito un leader partigiano con il nome di “Selva”, nella brigata Cesare Battisti a Verbania, nei pressi del lago Maggiore, fungendo da collegamento con le forze alleate. Nella foto che potete ammirare nello spazio sottostante eccolo ritratto nel marzo 1945, a Villa al Sasso, insieme ad Anna Malaguti e Gloria Tranquillini a Ghiffa San Maurizio.
Terminate le ostilità riprende gli studi e si dedica alla grande passione della sua vita: la scultura. Diventa prima allievo e poi assistente di Francesco Messina, al tempo già affermato scultore, che nel 1946 gli dedica un bronzo intitolato Ritratto di partigiano. Attualmente l’opera fa parte della collezione esposta al Museo Messina di Milano, ospitato nella chiesa sconsacrata di San Sisto.
Nel 1947 gli viene commissionata la realizzazione di un monumento quale ringraziamento dell’Italia liberata ai reparti speciali inglesi. Nasce così la statua in bronzo Spirit of ribellion e il suo arrivo in Inghilterra coincide proprio con la presentazione di questa sua creazione; nel 1949 si trasferisce definitivamente a Londra dando così inizio alla sua avventura artistica d’oltremanica.
Nonostante ciò mantiene sempre i legami con l’Italia. Infatti fin dal 1967 possiede uno studio in Toscana, a Pietrasanta in prossimità della zona delle cave di Carrara; qui si trova una fonderia, utilizzata per i suoi bronzi, alla quale è solito far visita per sovrintendere personalmente alle operazioni di fusione.
Manifesta affetto e vicinanza anche verso il suo paese natale. Ricordiamo l’importante dono al Comune di Treppo Carnico rappresentato da un bronzo, datato 1981, intitolato Maternità: raffigura una cavalla al cui muso si accosta quello del figlio, un puledro scalpitante sollevato sulle zampe posteriori. Un’altra sua opera, la Mano di Cristo datata 1966, è collocata nel cimitero di Treppo; si tratta di un bronzo di estrema bellezza artistica che suscita grande impressione per l’alta drammaticità che emana.
Enzo Plazzotta è ricordato dai critici soprattutto per i suoi affascinanti studi del movimento, della forza umana, dei cavalli, delle ballerine. La versatilità di questo artista si manifesta anche nell’utilizzo di mezzi e materiali molto diversi. Ama infatti sperimentare non solo fusioni in bronzo, ma anche collezioni fuse in oro e argento. Utilizza inoltre la cera, così come pure l’argilla o il marmo; rimane affascinato anche dalla stampa e produce una serie di trentanove acqueforti di eccezionale valore. Nel suo ultimo anno di vita conosce un nuovo entusiasmo per la scultura miniata realizzando una serie di rilievi e medaglioni.
Molti ballerini frequentano il suo studio e Plazzotta realizza i bronzi di celebri danzatori quali Margot Fonteyn, Rudolf Nureyev, Nadia Nerina e Anthony Dowell. É molto apprezzato anche come ritrattista ed esegue ritratti ad attori famosi come Peter Ustinov e Robert Powell.
É un artista amato dagli inglesi e proprio nel paese d’oltremanica lascia molte opere a testimonianza della sua fertile ispirazione creativa: a Londra, nei pressi della Royal Opera House (Covent Garden) si può ammirare una deliziosa Young dancer (Giovane ballerina); nella Westminster l’opera bronzea Jetè che rappresenta il celebre ed impegnativo passo di danza. Alcune sue opere si trovano in Australia, in Svizzera, in Vaticano. Sperimenta anche sculture di grandi dimensioni e molte sono esposte negli Stati Uniti, a Omaba (Nebraska), alla Stanford University (California), alla Catholic University (Washington).
Nel 1977 viene insignito del titolo onorifico di Cavaliere Ufficiale, a riconoscimento dei servizi da lui resi all’arte italiana.
Il 12 ottobre 1981, all’età di sessant’anni, Plazzotta muore a Londra mentre sta portando a termine una grande scultura intitolata “Leonardo da Vinci. Vitruvian Man” (Monumento a Leonardo da Vinci. L’uomo di Vitruvio), il più famoso tra i disegni del grande genio toscano che rappresenta l’unione simbolica tra arte e scienza. L’opera è ultimata da un suo assistente e nel 1984 viene collocata nella piazza londinese di Belgrave Square.
La figlia Carol, funzionaria della londinese National Gallery, fertile scrittrice di libri e curatrice di cataloghi artistici, tramanda la memoria del padre mantenendo aperto il suo studio e laboratorio di scultura e proponendo a mostre e collezionisti le sue opere.
Il critico d’arte udinese Licio Damiani commenta con queste parole l’opera dello scultore carnico: “La bellezza come armonia, come suprema eleganza, come scoperta della musicalità afferrante e dolcissima del corpo femminile. Nostalgia di classicità e sensualità morbida, l’immagine mutuata dai mass-media e trasformata in mito: la scultura di Enzo Plazzotta vive in questa dimensione di sognata e asettica tenerezza”.
Fonti: