Tra storia e religione (ultima parte)
TRA STORIA E RELIGIONE
“Non dimenticate, né lasciate deteriorare maine, capitelli ecc, testimonianza di fede vera dei nostri antenati, i quali passando davanti alle sacre icone, facevano il segno della croce invocando: Signôr, déinus flât e fuarce par ben lâ e ben tornâ”
Maine dal Crist de Taviele
Salendo alla frazione di Tausia si possono ammirare diversi segni devozionali. Primo fra tutti la Maine dal Crist de Tavielle posto in località Taviella di Tausia, sulla vecchia strada che conduceva all’abitato. Essa venne eretta nel lontano 1729 e restaurata nel 1989. All’interno di quest’ampia cappella si trova collocata la grande statua del Cristo Crocifisso su croce lignea. Fino a pochi anni fa il cristo era attorniato ai suoi lati da due piccole statue.
Maine di Rovâr
La Maine di Rovâr è posta all’entrata della frazione di Tausia, in una nicchia sul muro di contenimento della strada. Essa contiene la statua della Madonna ed è stata realizzata in occasione del secondo anno Mariano del 1987 indetto da Papa Wojtyla.
Maine di Sant’Antonio de Maritza
Seguendo la strada che da Tausia conduce alla sua chiesa della Beata Vergine delle Grazie, incastonata nel muro di contenimento stradale troviamo la Mainute di Sant’Antonio de Maritza. Al suo interno, oltre alla statua del Santo con in braccio il Bambino Gesù, possiamo osservare i numerosi segni devozionali lasciati dai fedeli negli anni.
Cippo votivo in località Codolan
Nella frazione di Tausia all’incrocio con Murzalis, in località “Codolan”, possiamo scorgere in mezzo ai prati un antico cippo datato 1746. Questa colonna votiva, come si evince dal testo inciso su un lato, venne eretta dai fratelli Antonio e Matteo Morocutti per scongiurare le calamità delle alluvioni e delle frane che interessavano il territorio di Tausia. Un tempo le quattro facce del capitello erano adornate da immagini sacre che via via sono state rimosse da sconosciuti poco rispettosi della solennità di questa costruzione.
Conclusione
Siamo giunti così alla conclusione di questo interessante viaggio a ritroso nel tempo. Abbiamo cercato di scavare nella storia delle più famose ancone devozionali di Treppo Carnico, escludendo da questo nostro percorso altri elementi votivi (non certo meno importanti) ma semplicemente perché non avevamo informazioni certe su cui scrivere. Le nostre zone, i nostri prati, i cigli delle strade ed i rifugi di montagna accolgono tanti crocifissi ed altri segni devozionali. Ci riproponiamo in futuro, di dare anche a loro il giusto spazio su queste pagine, seguendo le splendide parole della Maestra De Marchi che ci hanno accompagnato lungo questo viaggio attraverso la Storia e la Fede di Treppo e dei Treppolani. Un ringraziamento particolare va a tutte quelle persone che ancora oggi continuano a preservare ed accudire con costanza e dedizione queste ancone, che sono non solo simboli del nostro passato e delle nostre origini, ma di un identità che non possiamo permetterci di disperdere.
Fonti:
- “La noste valade” Raccolta e ristampa dei bollettini parrocchiali – editrice Associazione Culturale Cortolezzis
- “Trep e i Teus” a cura di Angela Cortolezzis, Maurizia Plos, Manuela Quaglia – editrice FORUM, 2002
- “Storia di un paese e di un piccolo maestro” di Denis Baron – editrice Forum, 2012