“Il Pastorale” di Treppo Carnico
Intervista all’artista Manuela Plazzotta
Oggi vi presentiamo l’intervista esclusiva alla nostra compaesana Manuela Plazzotta, che venerdì 9 giugno 2017 ha presentato proprio a Treppo Carnico la sua nuova opera d’arte “in natura” intitolata “Il Pastorale”. Vi auguriamo una buona lettura ed una buona riflessione.
Buonasera Manuela. Le innumerevoli forme di espressione artistica che hai utilizzato, hanno toccato differenti aspetti dell’arte, dalla musica alla pittura per orientarsi in questo caso sull’arte in natura. Quante opere hai realizzato e quali tra queste forme espressive preferisci?
Buonasera a tutto lo staff Prometeo81. Non saprei darti dei numeri certi perché tra quadri ed installazioni ne ho veramente moltissime. Mi piace utilizzare tutti i tipi di materiale, dalla tela ai materiali di scarto. Amo in particolar modo quelli che solitamente siamo abituati a gettare via, come ad esempio il polistirolo.
Oramai sono circa 13 anni che mi dedico in particolare a questo genere di espressione artistica denominata “arte in natura”, dove utilizzo appunto solamente materiali naturali, possibilmente reperibili sul posto e che comunque dovrebbero deteriorarsi e ritornare, con il tempo, alla natura.
Hai definito quest’opera come una sintesi del tuo percorso, sia personale che artistico. Ma quale è stata la tua prima opera di questo tipo?
La mia prima opera di “arte in natura” risale a circa 13 anni fa, in occasione di una mostra a Salisburgo. Attraverso uno scambio culturale, assieme ad alcuni pittori e scultori friulani presentammo le nostre opere alla mostra. A me fu dato il compito di realizzare un’installazione esterna, fu in quell’occasione che iniziai ad utilizzare i miei primi “pičs” (punte).
Riguardo al pastorale invece, come è nata l’idea di realizzarla in un luogo simile e quale vuole essere il messaggio che porta con sé?
L’idea di realizzarla proprio in quel posto è semplicemente data dal fatto che sono innamorata di quei čocs (ceppi) lungo la strada che porta a Zenodis. Passeggiando per Treppo sono sempre stata attratta da loro, sia quando erano alberi, sia ora che sono rimaste solo le radici. Sono stati proprio questi čocs a darmi ispirazione in passato per altre opere similari ma per interni. Questo che chiamo “il Pastorale” (il pastorale “classico” viene impiantato in terra), viene piantato nel čoc. La speranza che nutro è che questo Pastorale possa essere copiato il più possibile. Solitamente se uno realizza un’opera non desidera che venga in alcun modo duplicata. Ma in questo caso invece la mia speranza è che possa venire fatta da tutti, nelle proprie abitazioni, nei propri giardini, nei propri prati. Perché questa opera non è mia, ma della natura stessa, i ceppi sono della natura, il prato è della natura, i pičs sono della natura ( naturalmente cerco sempre di utilizzare parti già tagliate o cadute). Ho voluto fortemente portarlo a Treppo Carnico (e spero possa restarci il più a lungo possibile) perché con sé porta un messaggio di pace e armonia, oltre che un invito alla consapevolezza . Un “lavoro” che agli occhi di molti può sembrare sempliciotto, ma che nasconde in sé auspici di grande valore ed importanza, soprattutto ai giorni nostri. Il Pastorale è un compagno fedele del Pellegrino e del Pastore.
Davanti a questi significati così alti e puri, intravedo un richiamo ai valori veri per una società smarrita e senza orientamento. Come vedi il futuro di tutti noi?
Non lo vedo molto bene e questo mi dispiace molto. Ho scelto di realizzare questo pastorale perché mi sono resa conto che la gente è talmente egoista che non vuole bene nemmeno a sé stessa, crede di volersi bene, ma nella realtà non è così. Vedo persone che non vogliono bene a sé stesse, vedo gente che si trascura, che non ama i propri figli. Vedo un disinteresse nei riguardi di questi ultimi, abbandonati a loro stessi, riempiti di tante cose inutili, ineducati all’apprendimento di qualcosa di vivo e concreto. Li alimentano con cibi senza far comprendere loro come si coltivano le materie prime. Li diamo in pasto alla televisione come fosse il nostro degno sostituto.
Anche noi “adulti” non siamo da meno. Non coltiviamo più le amicizie ma spesso le utilizziamo per alimentare i nostri egoismi personali. L’amico non è più una persona a cui teniamo, ma un orpello per intrattenerci. Poco importa se beve o si rovina, l’importante è che ci faccia divertire, quando non ci sarà più, semplicemente lo sostituiremo come facciamo con l’auto o con un telefonino. Ed è brutto, perché così ci roviniamo.
Dobbiamo essere pastori della nostra vita e rispettare la morte. Non consideriamo più la morte, abbiamo paura, non seguiamo più i nostri malati e ci dimentichiamo dei nostri morti. Deleghiamo agli altri, deleghiamo sempre, deleghiamo tutto. La vita non per tutti è semplice, ma è la vita stessa a spronarci ed indicarci la direzione. Nonostante noi continuiamo a fuggire alle nostre responsabilità, lei ci insegue e ci dice dove lavorare su noi stessi! Ma davanti alle sue indicazioni, continuiamo a fuggire, ad evitare le nostre responsabilità.
Venerdì scorso alla tua presentazione c’erano molte persone presenti, sintomo che la gente apprezza le tue opere e la tua persona. Quanto tempo durerà questa installazione?
Penso che durerà all’incirca due mesi. Ovviamente tutto dipende dalla resistenza dei materiali stessi: è sempre necessario controllare che i pičs siano ben fissati, che i colori rimangano sempre sgargianti. Abbiamo tutta l’estate per lasciare che questi nastri colorati al vento portino ogni bene a tutti noi.
Il gesto di suonare i campanellini ed il fischietto alla tua presentazione cosa rappresentano?
Ho fatto una presentazione volutamente semplice, per un’opera semplice che vuole essere tale proprio per essere copiata da tutti. Ho deciso di usare questo fischietto e questi campanellini per richiamare le persone a me, in modo familiare e cordiale.
I colori dei nastri portano con loro qualche significato?
Si, ogni colore ovviamente ha un suo significato. Il pastorale ha tre colori, bianco,rosso e celeste. Questi sono colori simbolici di derivazione tibetana che rappresentano rispettivamente, la purificazione, la parola ed il cuore. I colori che trovate sugli altri pičs rappresentano invece ogni differente tipologia di creatura esistente, per indicare che questi messaggi vogliono superare persino l’universalità. Il vento alimenta il movimento di questi nastri colorati, trasportando tutti questi auspici e tutte le nostre preghiere.
La spontaneità è il vero “leitmotif” di tutti i tuoi eventi. Una caratteristica che ha trasformato questa presentazione in un incantevole incontro, dai contorni familiari. Che ne pensi?
Ma noi siamo una famiglia, noi siamo una grande famiglia anche se ci ostiniamo a non capirlo. Siamo tutti sulla stessa barca, belli, brutti, bianchi e neri, poveri e ricchi. Tutti sulla stessa barca ed ognuno con i suoi problemi quotidiani.
A conclusione di questa nostra chiaccherata, vuoi dire ancora qualcosa?
Ho già parlato troppo, voglio solo dire di essere felice d’aver portato quest’opera a Treppo Carnico. Ci tenevo molto e questo è stato possibile soprattutto grazie a Vittorio che mi ha gentilmente concesso lo spazio. Al di là delle parole che ho espresso riguardo al nostro futuro, possiamo ritenerci fortunati a vivere in luoghi come questi. Non avremo un adsl ad altissima velocità, ma alla mattina, aprendo le finestre, il cinguettio degli uccellini ti riempie il cuore di gioia. Grazie a tutti per essere venuti alla presentazione, l’ho apprezzato veramente tanto. Mandi!
Ringraziamo la nostra Manuela per l’interessante intervista che ci ha concesso e vi invitiamo nuovamente a visionare la sua opera “Il Pastorale” che rimarrà visionabile al pubblico in via 4 novembre per tutta l’estate. Inoltre potrete visitare il suo sito personale al seguente link.