La Carnia aiuta ancora…
Gli eventi sismici del Centro Italia hanno avuto inizio il 24 agosto 2016 con epicentro situato tra i comuni di Accumoli (RI) e Arquata del Tronto (AP). Due potenti repliche sono avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentro al confine umbro-marchigiano. Il 30 ottobre 2016 è stata registrata la scossa più forte, di magnitudo 6.5 con epicentro tra i comuni di Norcia e Preci, in provincia di Perugia. Un mese più tardi, i comuni di Zuglio, Arta Terme (capofila), Sutrio, Cercivento, Ravascletto, Paluzza, Treppo Carnico, Ligosullo e Paularo hanno risposto alla richiesta di aiuto che la CIA/Umbria (Confederazione Italiana Agricoltori) aveva inviato in Carnia. Così con il sostegno della Regione FVG, della CIA/FVG, dell’UTI della Carnia, di Enti ed Associazioni, di tante Aziende dell’Alto Bût ma anche con il contributo di molte persone comuni abbiamo portato a termine 3 importanti iniziative di volontariato a Norcia (PG): primavera 2017 la prima; primavera 2018 la seconda e nella primavera 2019 la terza. Con un cospicuo gruzzoletto e con il lavoro dei Volontari della Carnia (in questi tre anni, sono scesi a Norcia oltre 80 operai: muratori, carpentieri, falegnami, elettricisti, lattonieri, fabbri, pittori e pensionati tuttofare) sono state realizzate due grandi strutture la prima in legno massiccio e lamellare, l’altra in ferro e semilavorati metallici. In particolare nei mesi di febbraio e marzo 2017 con 32 volontari autosufficienti in tutto; molto diversi tra loro per provenienza, età (Amato classe 1949 da Brunico – Nico classe 1997 da Sauris), in 26 giorni e più di 2000 ore lavorate, 17.000 km percorsi per gli spostamenti, e impiegando materiali antisismici, certificati e di alta qualità, hanno costruito la grande stalla di 350 metri quadrati, completa di tutto e pronta all’uso. Cresciuta un poco alla volta “Carnia Fidelis”, grazie alla tenacia, la determinazione, la serietà che ci contraddistingue ora potrà aiutare il giovane allevatore Emiliano Brandimarte per un futuro sì di lavoro e sacrifici, ma anche di soddisfazioni. Domenica 22 aprile 2018, abbiamo concluso ufficiosamente il progetto “Stalle 2.0” che consisteva nel recupero di un capannone metallico di 160 mq. di proprietà dell’agricoltore Nunzio Dell’Orso sempre nel comune di Norcia. Non mi dilungo sul come e sul perché della scelta ma mi soffermo volentieri sui numeri di questa nuova scommessa vinta e portata a termine con soddisfazione reciproca. In questo secondo progetto sono stati impiegati 27 Volontari della Carnia (Lucio da Sutrio classe 1947, il più anziano in assoluto e il più giovane di tutti Adam Craighero da Paluzza classe 2000) che dal 14 marzo hanno lavorato 20 giorni; più di 2000 ore; 10.000 e passa km. percorsi con mezzi propri e con i furgoni messi a disposizione dai comuni di Paluzza, Arta Terme, Ravascletto e Sutrio.
“Carnia Fidelis 2”, ha preso vita grazie alla squadra dei fabbri impegnati dal 14 al 17 marzo che ha rinforzato l’intelaiatura metallica. Dal 19 al 24 marzo con i lattonieri e i serramentisti, si è dato forma alla struttura con pareti, finestre e un grande portone a soffietto di 4×4 mt. Da lunedì 9 al 14 aprile siamo di nuovo a Norcia con la squadra del cartongesso e con il pittore per rivestire, isolare e pitturare le pareti interne del laboratorio e del magazzino. Il 16 aprile, inizia la parte finale del nostro progetto con l’impianto elettrico interno ed esterno, la posa delle piastrelle dei servizi e finiture varie. Questa, in sintesi, è stato l’impegno che con orgoglio e soddisfazione abbiamo esposto nella festicciola organizzata da Nunzio per la chiusura dei lavori e il parroco don Marco benedicendo i locali ha detto queste parole:
“… Per fortuna qualcuno continua ad aiutarci anche se tutti i riflettori della ribalta ormai si sono spenti. Grazie per quello che fate senza bisogno di tanti ringraziamenti. Non conoscevo né la Carnia né la gente che la abita, ma vi dico grazie per il carattere, la laboriosità e vi benedico a nome mio dei miei confratelli”.
Vi riporto anche un pensiero di Emiliano, il giovane allevatore di Carnia Fidelis 1 – anno 2017:
“… Non so come potrò mai sdebitarmi con voi per quello che mi avete dato. La mia casa e la mia porta sarà sempre aperte per gli amici della Carnia. Vi porterò sempre nel cuore”;
e questo vale anche per la famiglia Dell’Orso. Certo, ci sono ancora molte cose che si potrebbero fare per aiutarli e quest’anno i Volontari della Carnia si sono impegnati nell’allestimento della vigna che Nunzio ha messo in piedi anche come sfida a tutte le difficoltà che il terremoto ha provocato alla sua famiglia e alla sua azienda, contro la burocrazia infinita e l’immobilismo della ricostruzione. In questi 3 anni a Norcia e dintorni poco è stato fatto se non la messa in sicurezza con enormi e costosissime impalcature quel che resta del centro storico e delle mura pericolanti. La maggior parte dei 5.000 abitanti del Comune, vive dentro casette di legno più adatte a zone di mare che non alle pendici dell’Appennino umbro-marchigiano, che presentano molti problemi di costruzione creando disagi su disagi. Un po’ meglio va alla zona industriale dove le aziende stanno recuperando qualche capannone e riaprendo le attività produttive. Così con 700 ore di lavoro tra la fine di febbraio e la metà di marzo, Bepi e Giovanin da Sutrio; Silvio, Livio e Imler da Zovello; Niso da Rigolato con Dino e Luciano da Treppo Ligosullo, hanno tagliato nella macchia piena di spini e di rovi circa 10.000 pali di sostegno alti più o meno 1,80 mt. di diametro variabile, fatto loro la punta e piantati a forza di braccia. Messo a dimora una a una, oltre 2.500 barbatelle innestate a Rauscedo (PN) di “Pecorino bianco” una vite autoctona già presente in gran quantità nella zona di Norcia, a metà del secolo scorso, ma poi rimossa per far posto alle grandi colture di farro, ceci, cicerchie, roveja e lenticchie nella piana di Santa Scolastica e di Castelluccio. Il terreno terrazzato e sassoso posto su tre piani di varia pendenza, dissodato con gran dispendio di forze è circondato da un fitto bosco di quercia e leccio dove, protetti dall’Ente Parco dei Sibillini, vivono senza antagonisti cinghiali, caprioli, lepri vero problema per le piccole barbatelle. È successo mercoledì 17 di trovare al mattino diverse piantine rimosse dai cinghiali. Si è reso così necessario stendere 800 metri di rete metallica anti intrusione come recinzione del vigneto. I soldi spesi in questi 15 giorni (per carburante, pedaggi, materiali usati in vigna, alloggio e generi alimentari) sono stati interamente raccolti tra le piccole aziende e la gente comune dell’Alto Bût e se non interverranno delle cospicue novità da parte della Regione FVG o di altro ente pubblico, penso che per ora basti così; anche perché è sempre più difficile trovare mezzi e persone disponibili per organizzare, come si deve, delle nuove iniziative a meno che il nuovo neo costituito “Comitato donne dei Volontari”, non trovi i fondi necessari per la ricostruzione dell’icona “Madonna della vipera” distrutta dal precedente terremoto e che insisteva sulla strada che porta all’azienda di Nunzio. Per ora c’è solo un progetto di massima, un pittore che riprodurrebbe il quadro andato perso e l’autorizzazione del proprietario del fondo.
Sarebbe una bella cosa poter lasciare un segno indelebile del passaggio, in Val Nerina della nostra gente. Vedremo! In questi 3 anni mi sono fatto tanti nuovi amici, assieme abbiamo risolto problemi, aggiustato situazioni difficili, imparato a convivere con la variegata e ruvida personalità dei miei conterranei, lavorato con serietà e poi anche passato delle belle serate in compagnia. Ogni tanto mi sono arrabbiato inutilmente e per questo Vi chiedo scusa, Vi ringrazio e Vi abbraccio tutti.
Mandi da Luciano di Gospar
compliments a ducj