In viaggio con Nino (prima parte)
Ritorno in Guatemala
Oggi iniziamo un viaggio particolare, virtualmente a fianco del nostro caro compaesano Moro Nino che è recentemente ritornato nelle terre del Guatemala a lui tanto care. Lo abbiamo contattato per chiedergli se potevamo “accompagnarlo” in questa sua nuova avventura (attraverso immagini e filmati) e lui si è reso disponibile a questa nostra proposta. Conosceremo così luoghi, storia, costumi e tradizioni del popolo Guatemalteco. Attraverseremo i distretti e le strade delle città che visiterà godendo degli splendidi paesaggi che questo affascinante territorio offre. Le parole di Nino ci accompagneranno in questo particolare pellegrinaggio, per farci comprendere al meglio tutto ciò che lo circonda. Aprite la mente…si parte!
8 Dicembre 2018 – Inizio con ritardi ed attese…
Tutto bene Venezia Francoforte-Francoforte Città del Messico. A Città del Messico si parte quasi in orario poi ci si ferma. Un’ora senza spiegazioni. Si vedono arrivare uomini e mezzi, dopo un’altra ora di attesa il capitano rassicura che il controllo è terminato e fra poco si parte. Tutto intorno all’aereo è tale e quale. Un gruppo di persone inizia a protestare, qualcuno chiede di scendere e viene accontentato. Altra ora di attesa poi ci dicono che è necessario cambiare aereo. Ci riportano indietro e ci fanno rifare tutta la trafila per l’imbarco. Più di un’ora. Poi tocca attendere l’equipaggio nuovo e l’aereo. Dopo un’altra ora ci danno una bottiglietta d’acqua ed un croissant salato. Ci portano all’aereo e finalmente si parte. All’arrivo, dopo 6 ore e mezza di ritardo, sono le 5. In Europa ci sarebbe il rimborso totale.
9 Dicembre 2018 – Città del Guatemala
In taxi arrivo all’albergo. Stanza angusta e bagnetto pulito. Dormo due ore circa. Poi…Colore, movimento, musica, gente, polizia. Vita esuberante, esagerata visto il risultato economico: c’è frenesia mista a rilassamento. Formiche. Tutti cercano di vendere qualcosa e i mercati sono stracolmi di alimenti, vestiario, piccola elettronica ecc. Le vie del centro sono piene di altra gente che si diverte o entra in negozi ricchi.
Gente di altra classe sociale. Gente “altra” anche quella dei mercanti con banco fisso all’esterno o al coperto. Qui si procede a salti fra una classe e l’altra. C’è un abisso tra i poveri, tutti indigeni puri, e la classe media dei mercanti. Non c’è paragone con le classi superiori. Questo lo si vede nelle strade. I negozi del centro, tutti con guardie armate, vendono le stesse cose dei nostri grandi negozi. Ma la vita brulica. Traffico di auto sgangherate, suv, camionette della polizia, moto che sfrecciano. Pedoni innumeri, donne cariche di cose e bimbi, giovani sfaccendati, uomini con carretti carichi…Il primo giorno lo dedico ai musei: Museo Popol vhu (bello l’ambiente e il posto) e Museo Archeologico nazionale (straordinario in struttura imponente-adeguata-curata e sufficientemente mantenuta). Fondamentali esperienze per comprendere le culture Maya.
Ci si prepara al Natale e ci sono addobbi. Nel parco centrale c’è un certo sfarzo. Le chiese riportano striscioni. La cattedrale è grande ma non bella all’interno. Sui pilastri della cancellata esterna sono scolpiti i nomi degli assassinati durante la guerra civile (soprattutto degli anni ’80). Molto più bella la chiesa dei francescani. Imponente invece il palazzo presidenziale. È la festa dell’immacolata e c’è un’enorme anda (processione) che sarà portata per le vie da 80 uomini. Poi la manifestazione con le bande, molto colorata… Non partecipo all’esibizione, vado a cercare il luogo del martirio di Monsignor Juan Gerardi.
E’ tardissimo e mi precipito all’hotel per prendere il bagaglio e correre alla corriera (nome azzeccato). A metà strada purtroppo, avaria con conseguente trasbordo. Arrivo al nodo stradale dove devo scendere. Sono ormai le 19.30 ed è buio, freddissimo (oltre i 2000mt di altezza non ci sono più autobus). Appare un pickup scoperto, le persone che con me attendono di scendere a Sololá si riversano nel cassone. Le imito e trovo posto seduto sul sacco del vicino poi, dopo 2 fermate, sul carter delle ruote: una terribile e fredda mezz’ora attenuata dalla compagnia di un borracho (ubriaco) loquace e divertente. Da Sololá altri 15 minuti in pickup per Panajachel dove ho l’hotel. Scendo e nella fretta e confusione dimentico lo zaino con tutti i miei averi. Per fortuna me ne accorgo in tempo e riesco a recuperarli all’ultimo secondo. Alle 21.30 sono in camera. Lascio tutto e vado a cena. Pizza buona in un localino accogliente che conosco. Una birra scura che mi ricorda Praga! Poi a nanna.
Vi avverto sin da ora che ciò che vi racconterò la prossima volta avrà esito positivo. Sappiate che sto bene e sono contento. Per comprendere al meglio questi racconti vi suggerisco di prendere le distanze dal nostro modo di vedere e di vivere, perché questo è un altro mondo. Per cui non preoccupatevi di cosa leggerete nelle prossime pagine di questo diario (cose, appunto, dell’altro mondo). Sappiate che sono sano, sia fisicamente che mentalmente…almeno Credo 🙂
Mandi.