Il Maestro del legname
La chiesa di Sant’Agnese è, a parere di molti, una delle strutture architettoniche più affascinanti e caratteristiche di tutta l’alta Carnia. Persone da tutto il mondo in visita a Treppo Carnico, nell’arco di questi decenni hanno potuto apprezzare in varie occasioni questa realtà. Ma se di primo acchito queste lodi sono attribuibili agli elementi unici che caratterizzano la chiesa dell’architetto Schiavi (dagli stupendi affreschi di Giovanni Moro, alla pala di Filippo Giuseppini solo per citarne alcuni), un dettaglio apparentemente sotto tono, potrebbe sfuggire anche a chi visita con occhio superficiale questa chiesa. Anche noi compaesani, che ne abbiano contemplato per anni i loro dettagli, poco o nulla sappiamo riguardo alle opere lignee che rappresentano la via Crucis di nostro Signore Gesù Cristo. Perché di questo stiamo parlando, di opere d’arte.
Nel lontano 1960, il parroco di Treppo Carnico Don Lionello Baracetti (in seguito alla cospicua offerta da parte di un parrocchiano) propose una colletta tra i fedeli compaesani per sostituire le vecchie stazioni della via Crucis (fino a quel momento costituite da quadri di carta stampata) con opere artistiche di maggior pregio e bellezza. La generosità di alcuni parrocchiani non si fece attendere ed in soli pochi mesi venne raggiunta la ragguardevole cifra di 635.000 Lire (pari a circa 8.500 euro dei giorni nostri).
A quel punto non restava che trovare l’artista adatto allo scopo. Dopo un primo periodo di ricerche a Don Lionello venne presentato uno scultore di Ortisei: Guido Daurù. Nei suoi viaggi in Val Gardena, il prelato ebbe modo di visionare le opere sacrali intarsiate realizzate durante la sua carriera artistica, rimanendone piacevolmente colpito. Daurù, all’epoca trentasettenne, aveva appreso sin da giovane le tecniche di intaglio dai suoi compaesani, estendendo sin da subito la sua capacità artistica nella sperimentazione di nuovi materiali, principalmente bronzo e marmo. Nonostante questo però, non perse mai l’appellativo di “Maestro del legname” per la sua caratteristica di intaglio della materia lignea volta ad eliminare il superfluo, l’inutile, ai fini della rappresentazione che voleva ottenere.
E forse, fu proprio questo dettaglio a convincere Don Lionello nel scegliere lui per questa importante missione. Fu a quel punto che all’artista venne commissionata la creazione di 14 opere sacrarie, rappresentanti le stazioni della via Crucis. Il risultato finale è sotto gli occhi di tutti ancora oggi. Quattordici opere artistiche dove la figura dell’essere umano, incastonato nel campo visivo dell’icona, viene trasformato nell’essenziale e spogliato del banale. Esalta nel contempo il dramma realistico dell’umanità senza mai sovrapporla alla religiosa tragicità della vicenda che ogni singola stazione rappresenta.
Le altre opere dell’artista (molte delle quali esposte al pubblico in chiese ed ospedali di tutta Italia) coprono un arco temporale di oltre 30 anni. Innumerevoli i premi ed i riconoscimenti Nazionali ed Internazionali attribuiti a Daurù nell’arco della sua vita. Dal 1°premio mondiale “Salvador Dalì” in Spagna, all’onorificenza della grafica alla mostra “Tsukuba expo’85” di Tokio. Dal primo premio alla Biennale d’Arte Sacra di Bologna, alla mostra personale nella Galleria “Des Europäers” di New York.
Il 27 giugno 2010 Daurù si spegnerà nel suo paese di Ortisei all’età di 84 anni dopo una lunga malattia. Egli ebbe modo di esportare e far conoscere la sua arte in moltissime parti del Mondo. Treppo è tra queste e dobbiamo esserne orgogliosi.
Notizie tratte da:
– “La noste valade” – Raccolta e ristampa dei Bollettini Parrocchiali 1° e 2° volume – edito dall’Associazione culturale “Elio cav. Cortolezzis”
– Internet