Tra storia e religione (prima parte)
TRA STORIA E RELIGIONE
Le edicole, i crocifissi, i capitelli votivi sono strutture architettoniche religiose di piccole dimensioni che nascono da un culto popolare tramandato nei secoli e che venivano innalzate nei luoghi di confine, agli incroci delle vie di comunicazione, sui valichi oppure in luoghi dove la tradizione popolare individuava una motivazione religiosa alla costruzione. Normalmente si edificavano come ex voto per uno scampato pericolo, tipo una carestia o una pestilenza, ma anche come strumento di aggregazione della comunità cristiana che presso di esse si riuniva in preghiera in occasione della recita del rosario o come meta della celebrazione delle rogazioni, processioni effettuate per chiedere la protezione divina contro i danni dovuti al maltempo.
Tutti questi segni votivi rappresentano sicuramente espressioni collettive e soggettive di una Comunità e di una cultura, avendo uno stretto legame con il territorio, poiché esiste una forte relazione tra simbolo sacro e percorso, tra religiosità e paesaggio rurale. Classificate solitamente come costruzioni religiose “minori”, anche perché erette spesso con materiali poveri e con un’architettura spontanea e popolare, rientrano comunque a pieno titolo tra le opere significative per la conoscenza della storia del passato, in quanto fanno parte di un bagaglio culturale, di una coscienza collettiva, di una tradizione popolare. Ecco in proposito una riflessione rivolta ai treppolani scritta sul bollettino parrocchiale nell’agosto 1982 dalla maestra Caterina De Marchi:
“Non dimenticate, né lasciate deteriorare maine, capitelli ecc, testimonianza di fede vera dei nostri antenati, i quali passando davanti alle sacre icone, facevano il segno della croce invocando: Signôr, déinus flât e fuarce par ben lâ e ben tornâ”
La Maine di Cech
Iniziamo questo nostro viaggio con la prima Ancona che troviamo all’entrata del paese. Parliamo della “Maine di Cech”: un cippo in pietra e tufo di antica origine che contiene all’interno di una piccola nicchia la statuetta di Sant’Antonio da Padova con Bambino. Da segnalare che nell’arco di tutti questi anni le figure poste sui rimanenti tre lati del cippo sono state rimosse da ignoti.
Il capitello si presenta in armonia con la fontana posta al suo fianco, realizzata a forma di largo calice sfaccettato. Quest’ultimo manufatto installato nel 1922 nella piazza antistante alla chiesa, è poi spostato in località Breili e lì rimane fino al 1945; solo successivamente la fontana viene posizionata in località Cech a fianco della Maine dove si trova tutt’ora. Una targhetta riporta il nome di Moro Marcellino Daniele “Sjûlit” (1889-1966). Attualmente si prende cura della piccola struttura la maestra Ernestina Delli Zotti.
La Maine dai Sçarons
A Zenodis scendendo lungo la strada che porta all’attuale pista ciclabile, sul lato destro, possiamo osservare una cappella votiva che, considerato lo stile romanico degli archi, si presume risalga al 1600. L’attuale ancona è ricostruita sulle fondamenta di una cappella molto più grande le cui dimensioni permettevano di contenere al suo interno un altare, alcuni banchi, due statue lignee ed un acquasantiera in pietra simile a quella che si può vedere all’ingresso della porta piccola della chiesa parrocchiale di Sant’Agnese. I proprietari di questa ancona erano i Morocutti detti “Scarons” che abitavano la casa della “scjalotta”, così chiamata perché due rappresentanti della benestante famiglia Scala di Siaio erano andate spose a quei Morocutti.
Per questo in paese infatti tutti la conoscono come la “Maine dai Sçarons” e più recentemente “Maine di Mineç” perché col passare del tempo la struttura passò in custodia alla madre di Mineç, Anute de Sarone. Ora, dopo la sua ultima ristrutturazione, conta dimensioni più contenute e accoglie al suo interno un antico crocifisso restaurato anch’esso negli anni ’80.
Fonti:
- “La noste valade” Raccolta e ristampa dei bollettini parrocchiali – editrice Associazione Culturale Cortolezzis
- “Trep e i Teus” a cura di Angela Cortolezzis, Maurizia Plos, Manuela Quaglia – editrice FORUM, 2002
- “Storia di un paese e di un piccolo maestro” di Denis Baron – editrice Forum, 2012