In viaggio con Nino (quarta parte)
Continuiamo il nostro viaggio a fianco del nostro Nino che è recentemente ritornato nelle terre del Guatemala a lui tanto care. Conosceremo luoghi, storia, costumi e tradizioni del popolo guatemalteco. Attraverseremo i distretti e le strade delle città che visiterà e godremo degli splendidi paesaggi che questo affascinante territorio offre. Le parole di Nino ci accompagneranno in questo particolare pellegrinaggio, per farci comprendere al meglio tutto ciò che lo circonda.
4 Febbraio 2019 – Riflessioni personali
Oggi mi sento di parlare dei poveri, perché ho visto solo loro fare quello che vi sto per riferire. Molto poveri materialmente, in genere anziani, campesinos. li riconosci dai volti o dagli abiti. Poveri anche spiritualmente come le giovani donne disperate per qualche disgrazia occorsa o per essere state abbandonate dal marito. Sono persone che percorrono in ginocchio avanti-indietro l’intera chiesa anche più volte.
Vedere un infelice, che ha già troppe sofferenze nella vita, infliggersene di ulteriori da un lato mi commuove, dall’altro mi indigna. I cattolici possono tollerare questo comportamento? O seguendo l’insegnamento di Gesù direbbero al povero: “Alzati e cammina, io sono il figlio del Dio della vita, il bene io voglio, la liberazione degli oppressi”. Cammina a testa alta, chiedi a Dio dignità, chiedi a coloro che si professano cristiani sostegno, solidarietà, guardali negli occhi da persona a persona, da fratello,da figlio.
Lasciare il povero solo nell’angoscia a strisciare come un verme e tollerare l’estrema umiliazione dell’umile che si auto punisce per una colpa non sua, mi fa star male. Questo non è folklore, ma uno spettacolo indegno. Non critico il povero perché so bene che per lui è l’estremo conforto, la sua estrema unione. Se crediamo in un Abbà, se crediamo in un Dio giusto, è per la giustizia che dobbiamo lottare, non per l’osservanza della tradizione, della legge! E nella nostra società ci sono le stesse contraddizioni che trovo qui, meno evidenti forse, ma pur sempre presenti.
7 Febbraio 2019 – Sacapulas
In questo pueblo padre Clemente è stato parroco per molti e difficili anni. Siamo andati per trovare famiglie povere, ma non erano in casa. Qui le strade sono un disastro, dissestate e polverose, all’andata un’ora di coda sotto il sole cocente. Sono raffreddato e in questi casi di umore non buono, ma passerà!
Vado a messa in questa aldea che è al centro del territorio di San Antonio nel punto più panoramico. Parcheggiamo dinnanzi alla sacrestia e sul retro intravedo degli addobbi. Non si entra in chiesa, ma si passa direttamente sul retro, Cecilia, una accolta, mi dice che loro sono “Carismatici“, ma sul momento non capisco. Sono convinto che si vada a salutare quelli che stanno preparando la festa del villaggio, ma così non è. Attraversato lo spiazzo coi tavoli per mangiare, vedo un palco con dei musicisti, un sassofonista, delle tastiere, amplificatori e quadri comando, al centro l’altare noto un uomo seduto. Mi rendo conto che siamo all’interno di una grande chiesa, priva di tetto (ancora in costruzione). Una sala di 30 metri per 60! In quell’istante mi passa per la testa la metafora del gatto che si mangia il topolino perché, l’altra chiesetta del paese (molto antica tra l’altro) è una saletta di 7 metri per 14 circa. Ben tenuta dai fedeli, con una capienza 100 seduti, verrà probabilmente assorbita dalla chiesa più grande, oppure semplicemente abbandonata. Mi domando: Quanti sono i fedeli presenti alla messa di questi Carismatici? Io ne conto 70, forse ne arriveranno altri, ma non penso che supereremo il centinaio. Come si svolge la funzione? Innanzitutto è caratterizzata da un suono infernale tant’è che sono costretto ad uscire ogni volta che la musica inizia. Faccio la comunione con impressionante mancanza di devozione perché devo entrare mentre i fedeli gridano e sostare dietro gli altoparlanti.
Dall’esterno tocco con la mano il muro della chiesa, vibra! Dentro è mio corpo a vibrare; gli organi interni, non solo le orecchie. Immaginatevi i danni che causano ai bambini. Pazzi furiosi! Sacapulas conta 170 famiglie, per un totale di circa mille abitanti. Come mai quindi quest’opera così gigantesca? Lascio perdere e vado a mangiare con i capi. Prima cosa che dico: “In questo modo non andate da nessuna parte, siete fuori dal mondo, qui fate del male alle persone ai bambini, è follia!” Rispondono mitemente: che ne hanno già discusso ma senza risultato. Con decisione faccio sbotto “Non c’è bisogno di parlare, voi parlate-parlate, c’è da agire, dovete tagliare la corrente e basta!”
Restano sbigottiti. Taccio e mangio. Rimanendo fermo sul messaggio che ribadisco, miglioro un po’ le relazioni durante il pasto. Poi tra me considero: Chi paga questa opera? Che senso ha che ci siano Carismatici cattolici con una propria chiesa distinta? So che la quasi totalità dei Carismatici non va a messa in parrocchia. Frequenta solo le proprie funzioni. Dove sta la pretesa unità cattolica? A che servono i vescovi? E poi perché urlano, cantano come negli stadi? Credo lo facciano per vincere la gara con gli evangelicali. Anzi ne sono sicuro! Non si accorgono che tolgono fedeli solo ai cattolici mentre gli altri avanzano indisturbati. Se uno si converte va sul sicuro, non resta dove continuano ad esserci santi, madonne, incenso e preti! Ha un obiettivo il movimento carismatico? Forse è quello di prendere il potere nella Chiesa come è avvenuto in Guatemala con l’Azione Cattolica dal ’45 al ’70? Ma da chi vengono le contribuzioni? Non certo dalla gente di qui. Quale organizzazione internazionale dà soldi a chi li spreca per costruire queste cattedrali nel deserto? Non ho tempo per fotografare quante enormi chiese nascono nel nulla. Ho l’impressione che questo popolo voglia auto squalificarsi. Le scuole, sia pubbliche che private, sono uno schifo. Così gli ospedali. Ed erigono chiese facendo a gara? Dico a loro: “Forse voi cattolici vincerete la gara contro gli evangelicali, ma in questo modo perderete Dio “. Qui ci sono TANTI POVERI ed io sono convinto che questa sia una lotta per il potere, non di religione. Mi vien voglia di lasciar perdere discorsi di fede, di chiesa, di dio e Gesù. Tutte balle dico tra me e me. Poi fortunatamente risalgo un po’ la china del disgusto ascoltando gli umili, i poveri, quelli che hanno fede VERA! È stimolante, vivo fra continue contraddizioni. È anche logorante però.
Concludo con questo particolare, simbolicamente importante. Durante la predica mi son rifugiato nella vecchia chiesetta. Dio sa farsi presente ed annunciarsi non con suono di tromba, ma con lieve brezza, è il profeta di Ezechiele a dirlo. Mentre nel costruendo tempio c’era un fracasso infernale, nella umile chiesetta una giovane mamma (intravista di schiena) pregava sussurrando e avanzando in ginocchio. Dopo mezz’ora ripasso e noto che la ragazza è ancora lì, implorante. Sommessamente cantava in solitudine una dolce, struggente nenia, dinnanzi all’altare. Sono subito uscito per non disturbarli. Chissà cosa si dicevano lei e dio?
12 Febbraio 2019 – San Antonio Ilotenango
Altra festa patronale questa in una aldea del municipio di San Antonio Ilotenango. Per far stare tutte le persone hanno fatto la messa all’aperto. Sicuramente una funzione più raccolta e partecipata di quella dei Carismatici cattolici. Anche il volume era più basso della precedente costantemente a 90 decibel (ho installato sul telefono un’applicazione apposita che li misura).
Tutto un via vai di bimbi.
13 Febbraio 2019 – Compleanno con Abbuffata
Sono stato invitato alla festa di compleanno dei due figli di Jorge. Pranzo con tamales (polenta di riso cotto a vapore) carne di manzo, crema si fagioli, riso con verdure, un gambo di cipolla, foglia di lattuga, bevanda di tamarindo. Poi pastel, dolce, e coca cola. Intermezzo con il gioco della Piñata che i bambini amano tanto. Alla sera ho preparato e cotto pizza per 15 persone e sono avanzati dodici pezzi! Dovevo venir qui 20 anni fà! Ora sono troppo vecchio per questi ritmi. Mandi!