La storia dell’albergo Cristofoli
Oggi vogliamo raccontarvi il passato di una realtà economica di Treppo Carnico, un’attività storica che sin dal lontano 1890 viene citata sulla “Guida della Carnia” di Giovanni Marinelli con un nome alquanto strano considerata la sua ubicazione montana: “All’ancora d’oro” definita come “…osteria con quattro stanze, sei letti e all’occorrenza anche più, terrazza, ecc…”.
Sempre sulla “Guida della Carnia”, però del 1908, il Marinelli riporta l’informazione che in paese esiste un’attività commerciale, ma la chiama “locanda”.
Dagli anni ’30 infine il Cristofoli è ufficialmente classificato come albergo ed è sicuramente il più antico tra gli ambienti pubblici del nostro paese.
Oggi questa attività commerciale offre alla Comunità di Treppo Carnico svariati servizi quali: bar, edicola, tabaccheria, ricevitoria, ristorante, albergo, centro benessere.
COME E’ INIZIATA QUESTA AVVENTURA?
La persona dalla quale prende il nome il locale è il maestro Antonio Cristofoli (1847 – 1911) che arriva a Treppo Carnico nel lontano 1874. Proveniente da Lungis di Socchieve viene a stabilirsi in paese perché scelto dal Sindaco di allora quale insegnante laico della nostra Comunità. Infatti, a seguito della donazione che il benemerito concittadino Ferdinando De Cillia decide di lasciare al suo paese natale, a Treppo viene costruito un edificio che ospita la scuola unitamente all’alloggio per l’insegnante. Il benefattore nel suo testamento ha addirittura stabilito pure la rendita annuale per il maestro, stimandola anche in base al numero degli alunni frequentanti: all’epoca fa lezione “a 66 ragazzi, ma anche a 42 allievi della scuola serale, tra i quali ci sono persone comprese tra i 18 e i 35 anni”.
Con questo lascito l’istruzione in paese diventa quindi gratuita per tutti i fanciulli e il maestro Cristofoli insegna e soggiorna con la sua famiglia nell’edificio ottocentesco che attualmente ospita la Galleria d’Arte Moderna De Cillia.
E così dalla seconda metà dell’800 Cristofoli, insieme alla moglie Lucia Bonanno originaria di Raveo, entra a far parte della storia recente della nostra Comunità.
In pochi anni la sua fama di educatore capace e intelligente attira numerosi ragazzi provenienti da fuori paese a frequentare la scuola: da Sutrio, Paluzza, Tolmezzo. Addirittura c’è anche uno studente austriaco di Mauthen che frequenta i corsi: evidentemente la fama e la bravura dell’insegnante valica anche i confini!
Nel 1880, probabilmente con l’intenzione di ospitare gli allievi provenienti da fuori paese, i coniugi Cristofoli decidono di acquistare il fabbricato attuale dell’albergo, dove al tempo ha sede una bottega, un’osteria, un posto di ristoro, un laboratorio di sartoria e una locanda con stallo.
All’epoca lo stabile viene messo all’asta dai fratelli Giovanni Battista e Cristina Cortolezzis “Flics”.
La famiglia Cristofoli gestisce per circa cinquant’anni l’attività, coadiuvata anche dai cinque figli: due maschi, Giobatta e Renzo, e tre femmine, Domenica, Maddalena e Clotilde. Nella foto numero cinque si può leggere lo “spot”, apparso sulla “Guida della Carnia” di Giovanni Marinelli del 1908, che promuove l’immagine del locale. Il figlio maggiore Giobatta “Titin” emigra in America e non fa più ritorno in paese; così, dopo la morte del capofamiglia, restano la moglie, le tre figlie ed il figlio minore ad occuparsi della conduzione dell’esercizio pubblico.
Nel 1930 la gestione del locale viene rilevata da Alba Lazzara “Albe de Perte” moglie di Alfredo De Rivo, originario di Cercivento, conosciuto in paese come il “corazÎr” proprio perché di mestiere faceva il corazziere del Re. Alba si dedica al mestiere di sarta nel laboratorio di Benigno Dassi ed è proprio quest’ultimo a consigliarla di cimentarsi nella nuova attività. Ecco quindi che Alba si occupa anche della cucina, della locanda e della mescita di vino. A detta dei suoi coetanei è una brava cuoca, molto comunicativa e i cacciatori del circondario si rivolgono spesso a lei per cucinare la cacciagione in occasione di qualche festa. Di quando in quando viene ad aiutarla sua cugina Caterina Sommavilla “Catinute de Dalie”. Il 24 dicembre del 1933 nasce, proprio in una camera del Cristofoli, la prima figlia della coppia, Maria Luisa, e nel 1934 la famiglia si trasferisce in Calabria.
Nella seconda metà degli anni ’30, per pochi anni, gestore del locale è Margherita Cortolezzis, della famiglia dal “perÎt di Gospar”. Margherita, che ha sposato l’artigiano edile Paolo Cusina di Zenodis, nipote di don Amedeo, si occupa insieme alla figlia Maria dell’intera conduzione del locale.
Quando Renzo diventa Vicedirettore della Cooperativa Carnica, sposta a Tolmezzo la sede dei suoi affari ed il cognato, Felice Craighero, che ha sposato la sorella Maddalena, acquista le varie parti dai famigliari diventando unico proprietario dell’edificio e dell’attività. Siamo nel 1936 e quell’anno si ufficializza per la prima volta il servizio di albergo.
VICISSITUDINI GESTIONALI
Nei decenni seguenti si succedono diverse gestioni e l’esercizio viene rilevato da vari conduttori senza però trovare stabilità e continuità nel tempo.
Dal 1939 al 1941 gestisce il Cristofoli Elio Craighero “dal Codet”; solo per due anni, perché poi giunge la fatidica cartolina della sua chiamata alle armi nella Seconda Guerra Mondiale ed Elio parte per l’Albania e la Grecia.Fino al 1950 troviamo Luigia Morocutti “Vigjute di Benigno” che in tempi molto difficili e con l’aiuto di una dipendente, Anna Maria Moro “di Sciulit”, gestisce l’attività di pubblico esercizio e la privativa con annesso negozio di lane e merceria.
Negli anni 1950 e 51 lo stabile del Cristofoli è interessato da importanti azioni di restauro e di ampliamento. Progettista e titolare della ditta edile che realizza l’opera è il geometra Giuseppe Baritussio “Sef di Coradin” che può contare su maestranze locali; si ricordano Pietro De Cillia “Pierin de Pachite” e Silvio Ortis “Silvio de Pic”. A seguito dell’intervento l’albergo passa “dalle quattro camere grandi a ben sedici camere con lavandino ad acqua fredda per un totale di venticinque posti letto”. Nel frattempo l’attività di privativa, filati e merceria gestita dalla Morocutti, passa nel fabbricato attiguo, anch’esso di proprietà di Felice Craighero, e lì rimane fino al 1972.
Al Cristofoli intanto, ultimati i lavori per l’epoca di grande modernizzazione, troviamo come gestore dell’esercizio pubblico Osvaldo Plazzotta “Dude” che vi rimane però per breve tempo.
Fino al 1960 subentra poi Enea Zanin di Udine. Zanin è un ristoratore navigato che già gestisce in città l’albergo Roma di via Poscolle e qui a Treppo arriva affiancato da uno staff di prim’ordine: la madre Amelia “sjore Melie”, cuoca a quei tempi molto conosciuta, e la zia Anna Romanello factotum esperta e capace in tutte le mansioni legate all’attività commerciale. Anna tra l’altro si occupa dell’intera conduzione dell’esercizio da fine settembre sino ai primi di maggio, mentre i mesi estivi sono curati dal nipote che porta a Treppo clientela “cittadina”, in cerca di un soggiorno montano tranquillo, lontano dalla città. Alcune ragazze del paese collaborano con la famiglia Zanin; ecco alcuni nomi: Margherita Cortolezzis “Mighi”, Gina De Cillia “Gjne di Vittorio” e Letizia Urbano “Titti”.
Dopo, per breve tempo, furono due sorelle originarie di Raveo, Amabile e Iolanda Vriz, ad occuparsi del Cristofoli.
Si ricordano poi Elsa Blanzan di Paularo, e ancora Luigi Ratti “il milanês” e Romeo Troisi entrambi di Milano che sposando due treppolane, rispettivamente Idelma De Cillia “Bandâr” e Tranquilla Englaro “de Surute”, conoscono il nostro paese.
Nel dicembre del 1965 Felice Craighero sceglie di vendere definitivamente l’attività di albergo e pubblico esercizio.
IL CRISTOFOLI AI GIORNI NOSTRI
Ed è proprio Felice Craighero, genero di Antonio Cristofoli, l’anello della catena che collega l’illustre maestro ai nuovi conduttori: la famiglia di Elio Craighero “dal Codet”. Infatti Felice è zio di Elio e quando quest’ultimo decide di acquistare la proprietà, inizia l’avventura degli attuali gestori.
É esattamente il primo gennaio del 1966 quando, aprendo le porte del locale, possiamo immaginare di vedere dietro il bancone Elio, il capofamiglia, la moglie Elia Lazzara e i tre figli maschi, Antonino, Sergio ed Elio.
Nel 1970 la famiglia intraprende il suo primo intervento di risistemazione dello stabile. Progettista è sempre Giuseppe Baritussio ed i lavori edili vengono eseguiti in proprio dai componenti la famiglia con l’aiuto di tre dipendenti della ditta di Rinaldo Moro “Nalo”: Emidio Zamparo, Osvaldo Urbano “Carabai” e Giovanni De Cillia “Nino”. In quell’occasione viene realizzato l’impianto di riscaldamento centralizzato, si dotano di servizi autonomi con acqua calda tutte le camere doppie e viene costruita una nuova sala da pranzo.
A fine anno 1972 Leo Craighero, figlio di Felice, vende a Sergio Craighero l’immobile vicino all’albergo unitamente all’attività annessa di generi di monopolio, filati e merceria; titolare e gestore è la moglie di Sergio, Guglielmina De Cillia “Mimina”.
Nel 1991 al ristorante Cristofoli vengono eseguiti ulteriori ed importanti lavori di ampliamento ed il progettista è il geometra Adelchi De Cillia: si realizza il completo rinnovo della cucina dotandola di spazi più grandi e luminosi. Il sito della vecchia cucina, una taverna con volte in pietra, viene trasformata in una sala da pranzo tipica, impreziosita dal caratteristico fogolâr e da manufatti significativi dal punto di vista storico e architettonico.
Parecchi anni sono ormai trascorsi e le nuove generazioni si fanno avanti prendendo in mano le sorti del locale. Massimiliano, primogenito di Novella e Antonino Craighero, negli anni 1990, ‘91 e ‘92 diventa allievo prediletto del famoso cuoco carnico Gianni Cosetti, e introduce nel locale della famiglia un nuovo modo di cucinare coniugando la creatività con un forte legame alle radici e ai prodotti della terra.
Nel frattempo, nel 1998, con il pensionamento della sua titolare, l’attività di Guglielmina De Cillia si chiude ed il ramo aziendale dei generi di monopolio, giornali e cartoleria ritorna all’origine dando al Cristofoli la possibilità di proporre alla sua clientela un altro servizio.
Alla morte di Massimiliano, scomparso prematuramente nel 2002, la secondogenita Antonella diventa parte attiva nella conduzione dell’intera attività. E così arriviamo ai giorni nostri. I recenti lavori di ristrutturazione e ammodernamento del 2009, che vedono come progettista l’ingegnere ed architetto Francesco De Cillia, hanno dato ulteriore slancio all’albergo che annovera molti ospiti provenienti anche dall’estero, attirati pure dalla disponibilità di un centro benessere con sauna, Sweet Spa, vasca idromassaggio, attrezzature fitness.
Da sempre il ristorante è affiancato da un’attività agricola che rappresenta un importante e significativo valore aggiunto. Infatti i prodotti di orto, campo e stalla forniscono materie prime prelibate all’attività della ristorazione, andando incontro alle esigenze di qualità e genuinità che il mercato attuale ricerca e promuove in maniera continua. Una cucina a base di piatti tipici legati alla tradizione esercita il suo richiamo su una clientela sempre più esigente ed attenta. L’ambiente familiare accompagnato da cortesia, cibi genuini e una ricca carta dei vini conquista anche i palati più difficili.
Booking, che è leader mondiale nel settore delle prenotazioni online di strutture ricettive, ha assegnato all’albergo – ristorante Cristofoli una valutazione veramente significativa di 9,2! Il punteggio viene stabilito in base alle recensioni lasciate dai clienti che verificano di persona la tranquillità della sistemazione, la gentilezza dello staff, la qualità dei cibi e delle bevande.
Questo prestigioso risultato costituisce motivo di grande orgoglio per tutta la nostra Comunità e incoraggia gli attuali gestori a proseguire con passione, impegno e tenacia.
Chi vuole ottenere maggiori informazioni visiti il sito www.albergocristofoli.it
Fonte orale
- Intervista al signor Antonino Craighero
- Testimonianza di Giancarlo De Rivo
Fonti scritte
- “Guida della Carnia” di Giovanni Marinelli – anni 1890 e 1908
- “La noste valade” Raccolta e ristampa dei bollettini
- “Trep e i teus” Libro fotografico
- “Tradizioni, società e cultura in Val Pontaiba” Atti del convegno – 2 agosto 1998
- “Carnia d’epoca” calendario 2017 – Tipografia Moro Andrea di Tolmezzo
Ringrazio di cuore Antonino Craighero per la sua disponibilità. Mi ha fornito informazioni e fotografie, ma con esse mi ha regalato anche emozioni e sentimenti. I suoi ricordi sono quelli del capofamiglia Elio che in paese è da tutti ricordato come depositario della memoria storica della nostra Comunità. I racconti e gli aneddoti su persone ed avvenimenti che hanno caratterizzato il recente passato di Treppo Carnico, costituiscono il prezioso bagaglio culturale che Tonin ha ricevuto in eredità dal padre e che custodisce con dedizione ed amore.
Cara Maurizia:ti colmo sul”Cristofoli” un vuoto storico che dai primi anni trenta fino al 1934.In quel perciò la gestinone la fa mia Madre Alba Lazzara detta Albe de Perte a testimonianza di ciò sta il fatto che mia sorella Maria Luisa De Rivo nacque in quel albergo e un giorno ti racconterò un anedotto che i vecchi di Treppo mi ricordarono all’epoca della morte di mia madre avvenuta nel 1967
Marisa nacque il 24 dic.1933 i miei sitrasferirono i Calabria nel 34 e ritornammo all’inizio della Guerra
Certo è che avendo “vissuto” il locale tra la fine anni 40 e fine anni 50, leggendo, rivivo con quasi le stesse intensità le emozioni dell’epoca… Grazie a tutti per questo..
Complimenti a Maurizia per il bellissimo e non unico articolo riguardanti le realtà del nostro paese.
non sempre le persone ,sono interessate alle storie passate, ma chi a la passione ne condivide pienamente il racconto ,IO sono una di queste,Complimenti