GUIDO TAVAGNACCO

(Moimacco, 1920 – Udine, 1990)

Guido Tavagnacco rimane nella storia come artista della Resistenza, in quanto la sua sensibilità di pittore e scultore è stata fortemente impressionata dalla guerra di liberazione. Dopo il conflitto l’artista ha sedimentato il suo impegno dando vita ad un’ampia produzione che sottolineava il valore di quei giovani partigiani e il proprio diretto impegno nelle file della Garibaldi. Le sue opere sottolineavano, soprattutto negli anni settanta, un richiamo storico.  Le gamme coloristiche, distillate nell’alambicco della memoria, si effondono leggere, la presenza tattile e asprigna della materia si scioglie nella luminosa vibrazione atmosferica con risonanze vaghe.

Nel contesto della pittura friulana, per buona parte ancorata al mondo agreste della civiltà contadina, attraverso accenti neorealistici o elegiaci, la figura di Tavagnacco si caratterizza come l’espressione di una personalità che ha individuato il senso della vita nella natura e nell’armonia dei suoi elementi.

Anche nelle varie fasi della sua evoluzione artistica, Guido Tavagnacco ha conservato sempre l’ispirazione dell’armonia, prediligendo colori non violenti, ma toni delicati o di media intensità, quali i grigi perlacei, le ocre, gli azzurri e i gialli dorati, con cui ha trattato, in tante versioni, i temi del paesaggio e delle nature morte.

L’opera presente nel museo De Cillia, intitolata “Natura morta” (un olio di cm 48×35, del 1946), anticipa già i caratteri che si riscontreranno anche nella pittura successiva dell’artista friulano: una pennellata larga, sintetica, con un’orchestrazione di tinte fredde, contrappuntate dall’inserimento delle note gialle e giallo-verdastre, che animano il quadro, assieme agli azzurri turchini della fruttiera.

Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione del quadro consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.