VICO SUPAN

(Lubiana, 1917 – Udine 1988)

Le opere di Vico Supan degli anni Cinquanta e dei primi anni Sessanta mantengono l’impronta del neorealismo friulano.

Successivamente l’artista, nei dipinti di grande formato, dispiega sinfonicamente paesaggi e scorci di case strutturati entro schemi postcubisti: tasselli policromi serrati da insistite intelaiature grafiche, portati su un unico piano.

Supan è stato un viaggiatore appassionato. La solarità mediterranea illumina molte sue “impressioni”. Esprimono l’intensità di una contemplazione lirica. Nei suoi quadri le acque verdi, tremule di riflessi cupi esprimeva una foga passionale nascosta, com’era nel suo temperamento, dietro cortine di compostezza e misura. Le pietre grigio-piombo precipitano fra spalliere di vegetazione abbuiata si intridono degli echi pittorici della pittura romantica, si calano in atmosfere di saga nordica. Orridi pieni di risonanze si fanno luoghi magici di convegni di “agane” e parlano di una natura percepita come dramma cosmico.

Nelle opere di Supan la natura si eleva nelle dimensioni del mito. Il tema del paesaggio ha costituito una costante dell’ispirazione pittorica di questo artista, che è venuto in contatto con più realtà geografiche europee, africane ed italiane. Dopo aver interpretato i connotati dei paesaggi tipici di varie regioni d’Italia, egli ha focalizzato il suo interesse su scorci del territorio friulano, rivolgendo, in particolare, la propria attenzione sugli anfratti del fiume Natisone, le cui morfologie suggestive e misteriose, cariche di miti e di storia, suggerivano forti valenze agli occhi dell’artista. Egli approfondì il rapporto con questo ambiente fluviale, fino a leggerne l’anima segreta, attraverso la gamma coloristica dei grigi, dei verdi e dei bianchi, contrappuntati da forti contrasti dei vari piani, solcati di ombre profonde, come si può constatare osservando l’opera “Sul Natisone” (un olio di cm 30×40, del 1972). Per certi aspetti si può notare una affinità di atteggiamento fra la pittura quasi monotematica ispirata al Natisone, di Supan, e quella di De Cillia, dominata dai soggetti carsici.

Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione del quadro consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.