ENZO PLAZZOTTA

(Mestre, 1921 – Londra, 1981)

Enzo Plazzotta, di famiglia carnica, precisamente di Treppo Carnico, ha avvertito già in età giovanile l’esigenza di esprimersi con la scultura. Dopo i primi studi di architettura a Venezia e a Milano, si indirizzò verso la scultura. Frequentò l’Accademia di Brera ed ebbe come maestro Giacomo Manzù.

Durante la seconda guerra mondiale entrò a far parte della Resistenza italiana nella Val d’Ossola, incaricato dei collegamenti con le forze alleate. Venne catturato e deportato in un campo di concentramento, da cui riuscì a fuggire ricongiungendosi ai partigiani. Dopo la guerra, nel 1946, si stabilì a Londra dove si affermò, tra l’altro, come ricercato ritrattista. Eseguì i ritratti del pittore Pietro Annigoni, dell’attore Peter Ustinov e i bronzi di celebri danzatori come Margot Fonteyn e Rudolf Nureyev.

Fu definito il «geniale artista di Chelsea». A Londra nei pressi della Royal opera house (Covent garden) c’è una sua Young dancer; nella Westminster abbey, The crucifixion; in un’altra zona l’opera Jetè. Si cimentò anche in sculture di grandi dimensioni: Boys’ town di Omaha (Nebraska), Stanford University (California), Catholic University (Washington). Sue sculture sono presenti anche in Vaticano, in Svizzera, in Australia. Enzo Plazzotta, rimasto fedele alla scultura figurativa della tradizione, incentrò prevalentemente il suo interesse sui temi del ritratto, della figura femminile, dei cavalli, prediligendo i corpi in movimento, quali quelli delle ballerine e dei ballerini nelle espressioni della danza o dei balletti. A tale proposito si rimanda al sito www.plazzotta.co.uk.

L’opera donata da Enzo Plazzotta alla Pinacoteca De Cillia , intitolata “Gioco di cavalli (maternità)” del 1981 (un bronzo di cm 35×50), rappresenta una cavalla al cui muso si accosta quello del figlio, un puledro scalpitante, sollevato sulle zampe posteriori. Si tratta di una fusione in bronzo che fa evidenziare il modellato della scultura, reso con naturalistico realismo, per cui vengono evidenziate le strutture anatomiche dei due animali, studiate a lungo dal maestro. Indubbiamente, l’artista dimostra una grande preparazione professionale che si esprime con evidenza nelle opere di grandi dimensioni, da lui realizzate per essere collocate all’aperto.

Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione della scultura consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.