GIOVANNI NAPOLEONE PELLIS
(Ciconicco di Fagagna, 1888 – Valbruna, 1962)
Giovanni Napoleone Pellis nasce il 19 febbraio del 1888 a Ciconicco di Fagagna, piccolo centro agricolo del medio Friuli. La propensione per l’arte emerge molto presto nel piccolo Giovanni che a soli otto anni si dedica con piacere al disegno e plasma l’argilla. Questo primo periodo dell’infanzia trascorre sereno ma si interrompe bruscamente quando, a soli nove anni perde la madre.
Compiuti gli studi elementari, il padre vuole farne un perito agrario e lo manda a studiare in collegio a Castelfranco Veneto. Giovanni non gradisce questo indirizzo di studi, vuole studiare pittura. Non senza gravi contrasti con il padre, viene ritirato dal collegio e mandato a Udine a studiare presso il pittore udinese Leonardo Rigo. Nel 1907 trasferitosi a Venezia, frequenta lo studio dell’architetto Rinaldi e i corsi liberi dell’Accademia tenuti da Guglielmo Ciardi.
A Venezia nel 1895, si aprono le esposizioni della Biennale, vetrina Internazionale dell’arte “ufficiale”, arroccata su posizioni accademiche. I giovani artisti spesso rifiutati dalle giurie delle Biennali, a partire dal 1908, presentano i propri lavori nello spazio alternativo offerto loro dall’Opera Bevilacqua La Masa a Ca’ Pesaro, allora diretta da Nino Barbantini, dove, a partire dal 1909, Giovanni Napoleone Pellis partecipa a varie esposizioni collettive assieme a Gino Rossi, Arturo Martini, Umberto Moggioli, Ugo Valeri ed altri amici pittori.
Nel 1914 partecipa e vince, con l’esecuzione di una copia raffaellesca, la borsa di studio istituita dal Comune di Udine grazie al lascito Marangoni e si trasferisce a Roma. Nella capitale conosce diversi artisti tra i quali De Chirico, Carena, Drei, Oppo, Selva, Trombadori e partecipa alle manifestazioni interventiste.
Nei primi anni Venti si trasferisce a Sauris, cercando nella solitudine nuova ispirazione. Partecipa alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1922 con la grande tela de Il Viatico, che viene acquistata dalla Fondazione Marangoni di Udine e che oggi è visibile presso la Galleria d’Arte Moderna. Nel corso degli anni Quaranta e Cinquanta si dedica in maniera spasmodica alla pittura approfondendo la propria ricerca formale e coloristica e traendo ispirazione dalla natura. Si concentra anche su altre tematiche quali i ritratti, le scene folcloristiche cittadine e montane, le nature morte e i fiori.
Durante i suoi soggiorni montani stringe amicizia con il pittore Marco Tiziano Davanzo che, come lui, ama la montagna e le bianche distese innevate dove spesso, come usa fare Pellis, si reca per dipingere. Durante gli ultimi anni di attività partecipa a varie mostre collettive e l’ultima mostra personale si tiene nel 1956 a Firenze.
La personalità di Pellis è stata particolarmente significativa nel processo di sviluppo dell’arte contemporanea friulana in quanto, attraverso le stimolanti esperienze e i contatti avuti con i principali protagonisti del primo novecento pittorico, ha superato i condizionamenti espressivi della tradizione naturalistica per avviare nuove sperimentazioni. Ed è proprio nella tematica dei paesaggi invernali che Pellis esprime il meglio della propria sigla espressiva, interpretando magistralmente le luci e le atmosfere create dalla neve nell’ambiente montano. Per quanto riguarda l’opera esposta nella Galleria De Cillia, si tratta di una grafica di cm 36×24 realizzata a matita e a carboncino, dal titolo “Figura carnica”. Anche in questo piccolo lavoro si può notare la resa sintetica della persona, rappresentata attraverso un sicuro tratto lineare che ne modella l’anatomia, sottolineata dall’intervento del carboncino per l’effetto chiaroscurale.
Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione dell’opera consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.