CESARE MOCCHIUTTI

(Villanova dello Judrio, 1916 – 2006)

Cesare Mocchiutti fu un autodidatta e si accostò alla pittura nel dopoguerra. Nel 1945 si trasferì a Gorizia dove trovò un ambiente artistico fervido di iniziative che ebbe come promotori infaticabili il pittore Tullio Crali e il critico Curzio Cossa. Concorse nel 1946 al premio di pittura figurativa e di poesia “Dama Bianca” allestito a Borgo Castello. Negli anni seguenti partecipò a varie manifestazioni organizzate a Palazzo Attems.

Legato inizialmente a una tradizione prettamente figurativa, Cesare Mocchiutti denotò via via riferimenti culturali ben precisi: gli espressionisti e soprattutto Picasso dalla cui pittura rimase profondamente colpito. Dopo alcune presenze a livello regionale, venne ammesso nel 1951 alla Quadriennale romana e nel ’53 partecipa alla Biennale Triveneta a Padova.

E’ questo il periodo in cui appaiono temi che ricorreranno poi sempre più spesso nella pittura dell’artista: i bracconieri, la caccia, i corvi, la campagna. Si dedicò anche a sperimentazioni di tecniche diverse, dalla scultura in bronzo alla ceramica. Pittore di indiscusso talento, integerrimo, coerente, lontano da mode e facili classificazioni, Cesare Mocchiutti ha sempre stupito per la freschezza che ha contraddistinto la sua opera, il rigore compositivo, ma soprattutto per la necessità di liberarsi di qualsiasi elemento superfluo e restituire figure di grande impatto emotivo.

Il quadro presente nel museo De Cillia, donato al Comune di Treppo Carnico dall’Amministrazione di Terzo di Aquileia, è un olio di cm —- x —– datato 19—- e intitolato “——–“. Per accedere ad ulteriori dati relativi all’opera consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.