UGO CANCI MAGNANO
(Magnano in Riviera, 1918 – Udine, 1981)
Il neorealismo del pittore Ugo Canci Magnano è stato connotato da una sigla alquanto personale, in quanto le tematiche che hanno ispirato le sue opere erano incentrate sulla civiltà contadina, nella quale l’ambiente naturale e il lavoro dell’uomo trovavano una fusione spontanea, ossia una unità che verrà in seguito stravolta con le trasformazioni accelerate prodotte dal mondo dominato dall’industria e dalla tecnologia. Un mondo, quest’ultimo, caratterizzato da un’evoluzione frenetica, nettamente contrastante con i tempi lunghi e i cicli ripetitivi delle stagioni cui era legata la vita del contadino.
Un rilievo ed un valore ben percepibili nelle tante opere in cui l’artista ha trattato i temi delle figure umane e animali, associate a un comune destino di operosità e di fatica, nel contesto del severo ambiente che ne accoglieva le presenze.
Ugo Canci Magnano ritrasse spesso le montagne; egli vedeva la montagna soprattutto come volume, come forza primaria, come luogo dove l’uomo accampa il suo lavoro. Le montagne che ha rappresentato sono quelle dell’est, i Musi, i monti boscosi della Valle del Torre, di cui ha colto la solidità, la larghezza imponente, sempre sull’abbrivio dato dai campi dove si svolgono le opere degli uomini.
Tutto questo traspare dalla lettura dell’opera presente nel percorso espositivo del museo De Cillia; si tratta di un olio di cm 40×50, datato 1947 e intitolato “Paesaggio”. Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione del quadro consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.