Ricordi del terremoto dalla Cartiera di Tolmezzo
In occasione dell’anniversario del terremoto che devastò il Friuli nel 1976, abbiamo chiesto ed ottenuto di poter pubblicare un articolo apparso sul bollettino aziendale della Cartiera Mosaico di Tolmezzo risalente a qualche anno fà. Il racconto, oltre a fornire uno spaccato dell’allora assetto produttivo, ripercorre quei terribili momenti attraverso il particolare punto di vista dei lavoratori della Cartiera di Tolmezzo. Questa scelta non è casuale, ma legata al fatto che al tempo erano molti, anzi moltissimi i compaesani di Treppo Carnico e Ligosullo che lavoravano in quel sito produttivo. Per espressa volontà dell’autore (un ex dipendente dell’azienda) le sue generalità rimarranno anonime. Non si può non notare dalle sue parole, la precisione e l’attenzione ai dettagli descritti in questo breve ma intenso ritorno storico.
Il terremoto del 6 maggio 1976 non era stato il primo evento significativo del secolo. Il 3 febbraio 1949 un sisma di magnitudo 4,7 Richter e VII grado Mercalli interessa la Provincia di Udine, il 24 aprile 1959 un altro terremoto di magnitudo 4,7 colpisce nuovamente l’ Alto Friuli.
A differenza dei precedenti, il 6 maggio una prima scossa si sente alle 20.59 (4,9 Richter) ed un minuto dopo la terra trema nuovamente per 57 secondi con un evento di magnitudo 6,5 Richter e X Mercalli. L’area epicentrale ha un’estensione di circa 930 kmq e comprende gli abitati di Gemona, Venzone, Osoppo, Trasaghis, Majano, Bordano e Forgaria. I Comuni dichiarati disastrati sono 45, i gravemente danneggiati 40 e quelli danneggiati 52; su un territorio di ca 600’000 abitanti le persone rimaste senzatetto furono 189’000 e piansero 977 defunti.
Le aziende produttive distrutte furono 6’500 e lasciando 18’000 addetti improvvisamente senza lavoro. Le aziende agricole danneggiate furono 40’000. Per circa quattro mesi si avvertirono ripetuti fenomeni di intensità variabile e decrescente, i primi dieci giorni di settembre diventarono nuovamente intensi finché il giorno 15 alle 9.21 si manifesta un terremoto di magnitudo 6,1 e intensità IX-X grado Mercalli, altri edifici crollano, anche le case che in molti avevano iniziato a ristrutturare. La nuova scossa azzera la speranza di rientrare rapidamente nelle case ed inizia subito un esodo che segnerà fortemente il destino di famiglie e paesi e sposterà 70’000 persone in luoghi più sicuri.
LA SOCIETA’
All’epoca la denominazione era “CARTIERE DI TOLMEZZO E PREALPINE SpA e faceva parte della divisione PRODOTTI DIVERSIFICATI facente capo al Gruppo PIRELLI. La denominazione (da Cartiera di Tolmezzo) era stata variata nel 1968 anno in cui venne acquisito lo Stabilimento di Intra, sul Lago Maggiore, ove si producevano carte patinate con 2 macchine continue e relative patinatrici, nell’ottica di un completamento della gamma produttiva. Sede Legale ed Amministrativa era Tolmezzo. Il numero complessivo dei dipendenti raggiunse il numero di 737 fra Operai, Impiegati e Dirigenti per i due Stabilimenti, comprese le Agenzie di vendita esterne.
Tolmezzo, all’interno di un’area di ca. 300’000 Mq. aveva 3 macchine continue per la produzione di carta naturale, in cui la 1 produceva carte fini per imballo, per accoppiamento con politene ed alluminio oltre ad una parte marginale di ovatta, con grammature dai 18 ai 35 gr/mq. esclusivamente in rotolo, recentemente ristrutturata;
la 2 produceva carte per imballo, per etichette anti spappolo, resistenti all’umido per manifesti con grammature dai 50 ai 140 gr/mq. di cui 80% in rotolo e 20% in formato, ora smantellata perché obsoleta e con gamma prodotti fuori mercato;
la 3 produceva carte per stampa e scrivere, con grammature dai 50 ai 240 gr/mq. di cui 60% in rotolo e 40% in formato già oggetto di ristrutturazione in un recente passato.
Inoltre disponeva di un impianto per la produzione di Cellulosa, fra i pochi rimasti in Europa con il processo al Solfito, ed uno per la produzione del Lignosolfito, alimentato dai residui della lavorazione della Cellulosa.
Un Reparto allestimento per il taglio in formato e confezionamento del prodotto, il Magazzino Generale e quello di Spedizione. Sempre all’interno dell’area c’era una Centrale Termica ed una idroelettrica alimentata dalla condotta dell’Ambiesta (un ruscello captato in Comune di Verzegnis a circa 6 km. dallo Stabilimento) ed all’esterno a Magnanins in Comune di Rigolato (a circa 50 km.) un’altra Centrale Idroelettrica con elettrodotto fino in Stabilimento, ceduta in un recente passato.
L’EVENTO SISMICO
Giovedì 6 maggio 1976 alle ore 21, una forte scossa di magnitudo 6.5 della scala Richter pari a X grado della scala Mercalli, con epicentro sotto il Monte San Simeone, ha colpito la zona Nord/Ovest del Friuli Venezia Giulia. Di fronte al San Simeone si trova la cittadina di Gemona del Friuli praticamente distrutta dal sisma; qui si registrarono 347 vittime. Nei giorni precedenti l’evento sismico, tutta la Carnia era pervasa da un caldo afoso, quasi torrido e sicuramente anomalo per il periodo. In Cartiera, a quell’ora, era presente il secondo turno (14-22) ma, avendo la stessa un bacino di utenza che abbraccia come ora tutta la Carnia, una certa parte di addetti al terzo turno (22-06) era già in viaggio.
Non è facile riferire e rendere l’idea di quello che si è provato in quei momenti. Il personale addetto alle macchine continue ha percepito in maniera attutita il “rumore” che accompagnava il sisma quasi coperto da quello degli impianti, ma ha avvertito nettamente il movimento sussultorio del terremoto e dopo i primi attimi di blocco per la paura tutti si sono precipitati all’esterno.
Si sono susseguite le scosse di assestamento e quindi con notevole coraggio sono rientrati per la fermata e messa in sicurezza gli impianti.
Le testimonianza delle persone che erano in itinere, raccontano di aver provato un panico indefinito, non riuscendo a capire subito se i sobbalzi della macchina fossero dovuti al fondo stradale, alla rottura dei pneumatici o altro ancora. Sono stati certamente dei momenti drammatici e fortunatamente in Carnia non si sono lamentate vittime ma solo qualche ferito.
Le strutture dello Stabilimento hanno resistito bene e la caduta di calcinacci non ha provocato danni alle persone e agli impianti.
I problemi, dopo una verifica, sono stati quelli di accertare i vari allineamenti e livelli delle macchine ed i danni in alcune strutture più datate.
Lo Stabilimento infatti, per tutte le adempienze, è rimasto fermo solo un paio di giorni. Il personale, pur con i danni che molti avevano subito nelle proprie abitazioni, nella stragrande maggioranza è stato presente per il riavviamento.
La Società da parte sua ha messo a disposizione dei dipendenti qualsiasi tipo di materiale abbisognasse e, la Capogruppo Pirelli, ha inviato una notevole quantità di materiale a favore di chi ne avesse necessità (tende, materassi, cavi ecc.) Va ricordata infine la solidarietà espressa in varie forme, dai colleghi dello Stabilimento di Intra. Fuori dalla metafora e dalla retorica, per le persone di queste terre il lavoro ed il posto di lavoro sono sempre stati, dopo la famiglia e la casa, il bene più prezioso ed importante.
Ripresa in breve tempo l’attività produttiva, piano piano si è tornati alla quasi normalità, pur provati da quel terribile evento che ha comunque lasciato strascichi per anni nella sensibilità delle persone che sobbalzavano anche al minimo rumore. Purtroppo non era finita con il 6 Maggio perché il 15 Settembre alle 11 e 15 un’altra forte scossa ha fatto tremare la terra, sempre con il medesimo epicentro. Fortunatamente per lo Stabilimento anche in questa occasione non si sono avuti feriti e le strutture hanno ancora una volta resistito, salvo la palazzina uffici che le autorità hanno dichiarato inagibile al primo piano. In brevissimo tempo è stato montato un prefabbricato in legno nel quale sono stati trasferiti gli uffici del primo piano della palazzina. Contemporaneamente è iniziato l’iter per la costruzione dei nuovi uffici, terminati nel 1979. Non va dimenticato, ma semmai sottolineato, che le persone non si sono perse d’animo ed oltre al lavoro in Cartiera si sono dovute impegnare per costruire alloggi di fortuna, per chi aveva la casa inagibile e fare di necessità virtù per vivere una vita “quasi” normale.
interessante