LORENZO FURLANI
(Ronchi dei Legionari, 1922 – 2012)
Lorenzo Furlani, diplomato all’istituto tecnico “Alessandro Volta” di Trieste, dimostrò sin da ragazzo il suo istinto verso il disegno e la pittura che gli consentì di essere allievo dei pittori Sambo, Cappelletti e Falzari. Trasmise questa sua passione per l’arte all’insegnamento in diverse scuole della regione. Il carattere allegro, gioviale e spontaneo caratterizzò il suo metodo di insegnamento, coinvolgendo gli allievi.
Oltre all’insegnamento, la vita di Lorenzo Furlani è stata caratterizzata dall’intensa attività artistica che lo ha visto protagonista della pittura non solo a livello locale, ma anche in mostre personali e collettive in tutta Italia, in Europa e in Sud America.
Il ritratto è sempre stato il mezzo per manifestare la sua gioia di vivere a contatto di gente di ogni tipo e di ogni età. Con mano capace, sapiente e veloce, con pochi segni e pennellate, sapeva coglierne l’aspetto fisico e l’animo. La stessa intensità artistica traspare anche nelle sue opere paesaggistiche, luminose e solari, rivelatrici del profondo amore per il territorio, con il suo Carso e la laguna. Il motivo dell’acqua, della montagna e della natura ritorna spesso nelle sue opere, frutto anche di periodiche permanenze sul Garda e nella cittadina austriaca di Millstatt.
Con la sua lunga e fertile attività, punto di riferimento per generazioni di pittori, Lorenzo Furlani ha creato profondi legami con coloro che lo hanno conosciuto. Nella Galleria di Treppo Carnico sono presenti tre ritratti di De Cillia e uno di questi è stato eseguito da Lorenzo Furlani, un pittore che, oltre al paesaggio, rivolse il suo interesse al genere del ritratto, interpretato con un accento personale, in cui il colore concorre a tracciare il modellato della figura, con una resa volumetrica dei piani facciali, ottenendo un risultato plastico.
Ciò è ben visibile nell’interpretazione del “Ritratto di De Cillia”, un olio di cm 50×38 del 1996, eseguito quindi in memoria del Maestro carnico, quale omaggio al ricordo della sua persona. Il volto del pittore del Carso affiora, con forte effetto luministico – chiaroscurale, dal fondo scuro, uniforme, della tela. “…Il Maestro è ritratto in età matura, sfiorato dai primi segni del tempo, che trasformano nel biancore dei capelli e nelle pieghe del viso la sua consistenza, ma l’attenzione dell’autore è tutta centrata attorno allo sguardo, presente ed acuto, reso con un progressivo concentrarsi ed identificarsi della luce, raccolta con sapiente determinazione a riscattare il soggetto dall’incontenibile trascorrere della storia…”.
Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione dell’opera consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.