Non dimentichiamo Lella…
Ci siamo lasciati alle spalle lo straordinario concerto di Edoardo De Angelis nell’incantevole cornice della Galleria d’Arte Moderna “Enrico De Cillia”. Un’intensa ed emozionante serata fatta di anima e cuore. Note e testi che aiutano a farci riflettere su un argomento che purtroppo, ripropone ciclicamente le stesse tragedie. La storia di Lella, nata oltre 50 anni fa, è sempre tremendamente attuale. Non c’è una giustizia terrena che possa colmare il dolore di una vita dispersa per mano di un altro essere senziente.
Dobbiamo tenere sempre alta l’attenzione, dobbiamo dare a tutti l’idea che c’è tempo e spazio per ascoltare. Tutte queste tragedie sono state sempre anticipate da piccoli segnali, da parole confessate, da timori flebilmente espressi. Perché queste confessioni sono rimaste inascoltate? Perché questi richiami di aiuto non ci hanno permesso di evitare il dramma? Forse perché non siamo più capaci di ascoltare…o peggio ancora…perché forse non siamo più propensi a farlo.
“Restiamo Umani” diceva a ragione Vittorio Arrigoni, riaffidiamo tolleranza e fiducia nel nostro prossimo. Non basta una panchina rossa ogni 25 novembre, ma 365 giorni all’anno. Perché è fondamentale mantenere alta l’attenzione sempre, con piccoli e grandi gesti quotidiani. Non cadiamo nell’errore di pensare che questo sia un problema lontano, distante. Non pensiamo che le nostre piccole comunità siano indenni e libere da questa piaga, perché sottostimarne la pericolosità sarebbe un errore ancor più grave. Essa ha il volto subdolo della confidenza, dell’intimità, della familiarità. Sa nascondersi tra le pieghe di una quotidianità famigliare, comprimendosi fino a quasi scomparire nei pertugi temporali dell’indifferenza, per poi esplodere, dilaniando dall’interno, una coppia, una famiglia, un amicizia.
Quella serata, assieme al Maestro De Angelis, ha scosso gli animi di molti, dove le immagini si mescolavano alle parole, dove la tragedia abbracciava la disumanità. Posso sommessamente affermare che abbiamo seminato bene. L’ho capito dalla partecipazione numerosa di tante donne e dai loro intensi applausi. Tuttavia, nonostante il risultato, una parte importante della società non ha risposto al nostro invito. Mi riferisco a loro, con i loro occhi silenti che tutto osservano e che tutto valutano, gli adolescenti. Ho sbagliato approccio pensando che bastasse appiccicare una locandina nelle scuole per riscuotere il loro interesse. Errore di supponenza.
Dobbiamo ritornare sui nostri passi e cambiare strada, stessa meta, ma differente approccio. Perché sono i ragazzi di oggi la chiave di volta su cui la futura società si reggerà. Sono l’elemento portante che può garantire un radicale cambiamento del nostro tessuto sociale. Davanti al dramma di Giulia Cecchettin, sono loro che a parer mio hanno capito realmente quello che bisogna fare. La vera rivoluzione è la risposta che hanno saputo dare davanti a quegli stantii, obsoleti, sopraffatti minuti di silenzio in memoria dell’ennesima vita spezzata dalla follia.
Loro no…loro hanno compreso che non si può più stare in silenzio, hanno capito che la cosa da fare ora è esattamente l’opposto, quel minuto deve essere assordante e dirompente, deve essere un minuto di frastuono che risvegli dal torpore questa società atrofizzata. Un minuto al giorno che mantenga alta la guardia. Un minuto di certezza per quelle donne che vivono questi drammi affinché possano dire, non sono sola, c’è qualcuno che può aiutarmi ad uscire da un rapporto malato che si fa sempre più mortale.
Abbiamo seminato bene, ma dobbiamo continuare…perché non basta, non è sufficiente. Concludo questa mia personale disanima con le parole del grande Giorgio Gaber, che a mio modesto parere racchiudono una verità assoluta su cui tutti dobbiamo riflettere:
“Secondo me la donna e l’uomo, sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro – Giorgio Gaber”
Edy Plazzotta
la fragilita umana rimarra sempre purtroppo secondo me , caro EDY .
Sereno natale e di fine d anno per tutti voi e grazie ancora per noi emigrati per il vostro sito ché ci da forza e coraggio per non
dimenticare il nostro caro paese .
pace e bene .
Mandi Fruts