Int di une volte…Vittorio Urbano
Vittorio Urbano…una vita per la scultura
Vittorio Urbano nasce a Zenodis di Treppo Carnico il 24 ottobre 1902 da una famiglia modesta dove il padre Domenico lavora come capo muratore. Fin da bambino sente il gusto per l’arte e soprattutto per la scultura; con l’argilla raccolta nel greto del torrente Pontaiba modella piccole statue che colloca nella maine di Mineç. Il padre non apprezza questa sua passione ma la madre, Elena Baritussio, al contrario ne è ben consapevole.
Giovanotto emigra in Francia dove trova un’occupazione come decoratore; svolge per parecchi anni questa attività, ma il fuoco dell’arte gli arde dentro sconfinato.
Con i suoi risparmi e con l’aiuto della madre si iscrive all’Accademia francese di Valenciennes dove si laurea scultore e pittore con un esito brillante. Si afferma in Francia e ha una vasta risonanza di estimatori e critici tanto da essere iscritto nell’albo d’oro dell’Accademia e meritare una medaglia d’oro in pittura ed una ulteriore in scultura. In quel periodo ha l’incarico assieme allo scultore Ferdinando Cortolezzis, pure lui originario di Treppo, di decorare gli stands francesi all’Esposizione Internazionale di Anversa.
Nel 1929 sposa la compaesana Elena Cortolezzis, figlia di Ferdinando della famiglia Flick, e la prima foto immortala i coniugi il giorno del matrimonio che si celebrò a Malakoff – Parigi. Notate come nell’immagine realizzata in studio fotografico si rilevino l’eleganza degli abiti e la signorilità dei due coniugi.
Urbano vive a lungo nel paese d’oltralpe e qui frequenta i compaesani, anch’essi emigrati in Francia per cercare opportunità di lavoro. Nella seconda immagine sottostante, scattata a Parigi nel 1932, lo vediamo ritratto con l’amico Luigi Craighero Gjgj di Valdine.
Alcuni anni dopo raggiunge ulteriore notorietà vincendo il concorso bandito dal Comune di Parigi per un’opera marmorea, raffigurante il famoso scultore Emile-Antoine Bourdelle, da situare nei giardini della città. Purtroppo deve rinunciarvi per un improvviso e quasi fatale peggioramento della sua salute che gli stronca le già deboli forze. Da questo momento può dedicarsi solo a ritratti ad olio, a sanguigne, a ceramica, a disegni. E infatti numerose sono le sue opere sparse a Parigi, a Milano, alcune a Genova ed altre qui a Treppo.
Nel 1935 Vittorio Urbano si trasferisce a Milano. Qui conduce una vita piuttosto solitaria e ritirata, nonostante la presenza di parecchi carnici in questa città. Muore prematuramente il 27 febbraio 1960 in una clinica milanese.
Nel 1983 l’Amministrazione comunale intitola all’artista una via, attigua al borgo che gli diede i natali, motivando tale gesto con la convinzione che Vittorio Urbano, attraverso l’arte, ha tenuto alto il nome del suo paese d’origine.
Il 22 ottobre 2013 la signora Teresa Totis, originaria di Treppo Carnico e residente a Genova, dona al Comune un’opera d’arte realizzata proprio da Vittorio Urbano riportando a casa il lavoro di un suo figlio. Si tratta di una testa scultorea raffigurante Ludwing van Beethoven.
Si sa per certo che esiste un trittico di sculture formato anche da Schubert e Verdi, ma a tutt’oggi non è dato sapere però dove siano custodite le altre due sculture.
Fonti:
– “La noste valade” Raccolta e ristampa dei bollettini parrocchiali – editrice Associazione Culturale Cortolezzis
– “Trep e i Teus” a cura di Angela Cortolezzis, Maurizia Plos, Manuela Quaglia – editrice FORUM, 2002
– Internet