Sette foto per sette giorni…
Ci siamo appena lasciati alle spalle i giorni più importanti dell’anno (turisticamente parlando) con un flusso turistico raddoppiato rispetto alle stagioni precedenti (a detta di molti operatori del settore). Ciò nonostante, constàto ancora una volta di come il nostro bel paese, si sia lasciato perdere l’ennesima occasione. Questa amministrazione decide di mantenere ancora chiuse le porte della prestigiosa Galleria D’Arte “Enrico De Cillia”. O meglio, non decide, lasciando per anni la struttura al suo triste declino, senza una programmazione o un evento artistico che potesse in qualche modo dare il giusto risalto alla grande risorsa che i nostri lungimiranti Amministratori del passato, hanno lasciato ai posteri.
Ma parliamoci chiaro, questo articolo avrei potuto scriverlo in qualsiasi momento, da cinque anni a questa parte. Se non l’ho fatto è perché ho sempre creduto che potesse cambiare qualcosa, auspicandomi un inversione di tendenza che a conti fatti non è mai arrivata. Ho scelto di prendermi alcuni momenti nell’arco di questo mese di agosto, per immortalare la bellissima Galleria d’Arte dall’esterno, sperando nel profondo, di trovarla finalmente aperta, di essere piacevolmente smentito dall’ineluttabilità degli eventi…vana speranza.
La notizia della pinacoteca chiusa per gli abitanti di Treppo non suscita sconcerto oramai, sin troppo abituati a quelle porte rosse perennemente sbarrate dopo il cambio di gestione amministrativa. Chi ben ricorda, sà che un tempo l’apertura al pubblico della Galleria d’Arte era affidata ad alcuni ragazzi del paese. Fu proprio l’attuale sindaco a promuovere ed attuare questa lodevole iniziativa. Di questo è giusto rendergliene merito.
Un impegno, portato avanti per anni, con dedizione e responsabilità, che garantiva un’apertura puntale e costante della nostra splendida realtà museale. Instillando in quei giovani il senso del dovere, della costanza e del lavoro di squadra. Da un giorno all’altro però, questi ragazzi, che sino a poco tempo prima erano visti come una risorsa, furono considerati inadeguati a gestire una realtà museale così importante. Ed è qui che iniziò il declino.
Loro vennero sollevati dall’incarico e la mostra d’arte permanente, chiusa al pubblico. La definireste una scelta degna di un’amministrazione attenta al turismo? Una decisione repentina senza nemmeno informare i turisti che continuavano ad arrivare nel nostro paese esclusivamente per visitare la mostra. Sarebbe bastato anche un semplice cartello piuttosto che lasciare (loro malgrado) alle attività ricettive del luogo, il compito di dare una seppur minima motivazione a questo insolito stato di cose. Lo stesso gruppo Prometeo81 si ritrovò più volte a dover dare giustificazioni in merito, scusandosi per un disagio che screditava non solo il paese, ma la comunità intera.
Perché dunque denunciare ora tutto questo? Semplicemente perché la triste realtà dei fatti che vi ho appena descritto, stride se affiancata alle immagini viste alcuni giorni fa. Di quelle catene balzate agli onori della cronaca per il siparietto messo in scena davanti al palazzo della Regione. Di quei “discorsi pindarici” sulla necessità di fondi per difendere radici e tradizioni del nostro territorio. Come stride la desolante realtà quotidiana, con l’espressione decisa ed appagata del nostro primo cittadino dinnanzi ai politici regionali, per reclamare con forza una “meritata” inclusività in ambito turistico. Spiace constatare come la Regione in questo senso, abbia semplicemente fatto la scelta giusta. Treppo Carnico ha oramai perso da tempo quella vocazione turistica che invece hanno saputo guadagnarsi i comuni limitrofi, grazie ad un lavoro di ricerca e crescita associativa che solo pochi anni prima permeava le nostre associazioni (e per questo tutti ci guardavano con ammirazione). Le scuse campate in aria riguardo alle restrizioni della recente pandemia lasciano il tempo che trovano, se comparate alle innumerevoli realtà museali presenti sul territorio Carnico, aperte al pubblico lungo tutto il periodo estivo.
A far da eco a tutto questo, come sempre, i giornalini di partito. Quelli che si smuovono al richiamo della macchina propagandistica. Pinocchietti del copia e incolla, che sui rispettivi quotidiani, riportano il sensazionale incatenamento, concedendosi pure il lusso barattare il nome del paese in oggetto. Ma lo sappiamo tutti che scambiare Treppo Ligosullo con Treppo Grande evidentemente è molto facile.
Eccomi qui quindi, dinnanzi a questo portale chiuso sulla storia della nostra comunità. È un delitto ancor più scabroso se pensiamo che all’interno ci sono opere di Artisti famosi, richiestissime ed altrettanto pregiate. Prometeo81 investì molto tempo nello stilare le biografie di tutti loro. Lo fece grazie al prezioso contributo di ricerca di Maurizia Plos, per favorire i visitatori nella conoscenza dell’artista come uomo. Con lo scopo di far apprezzare al meglio quel viaggio d’arte che avevano scelto di intraprendere.
Perché il degrado vero è proprio questo, noi treppolani non abbiamo nemmeno più la capacità di combattere per mantenere viva la nostra Storia, fatta anche di Arte e di Grandi uomini che hanno saputo estrarre il meglio da loro stessi e dal popolo. Uomini che con le loro opere hanno fatto conoscere Treppo Carnico in tutte le parti del Mondo.
A “parlare” sono i silenzi di una comunità che non ha più la volontà per disallinearsi al chi tace acconsente. Ed in questo contesto, chiamo in causa tutti i consiglieri comunali, che davanti alla realtà dei fatti, preferisce il silenzio alla denuncia.
Chi davanti a questo articolo trova soddisfazione, ha difficoltà a comprendere la portata del problema ed il nesso stesso di causalità. Chi invece da questa lettura ne ricava un ennesimo attacco al “potere”, manca di spirito di autocritica. Entrambe queste deficienze sono il fulcro di quello status quo che ci sta facendo sprofondare, ma da cui dobbiamo sollevarci.
A farne le spese siamo tutti noi. Ora più che mai dobbiamo riprendere in mano il nostro futuro, lasciando da parte tutto il resto. L’umiltà per fare un passo indietro dobbiamo ritrovarla tutti, solo così potremo farne due in avanti. Come dobbiamo ritrovare quella fiducia nelle nostre capacità per troppo tempo lasciate sopire sotto il velo della rassegnazione. A questa amministrazione quindi, il compito di recuperare quel rapporto di fiducia con le associazioni (vero cuore pulsante della nostra comunità) oramai sfiancate e deficitarie, sia di idee, che di ricambio generazionale. Solo da qui potremmo ripartire, uniti e tenaci verso un nuovo domani.
Edy Plazzotta