ANGELO POPESSO

(Marano Lagunare, 1934 – Udine 1993)

La pittura di Angelo Popesso ha sempre avuto un tono dominante costituito dalla predilezione per le tinte non squillanti, basate sugli accordi delle terre, dei grigi, dei verdi muschiosi.

Tali tonalità gli consentivano di esprimere le atmosfere malinconiche, ma anche poetiche e nostalgiche degli antichi complessi edilizi dei borghi storici, quali si possono individuare nelle viuzze del paese delle sue origini, Marano, ma anche in quelle di Grado o nelle zone pedemontane e montane del Friuli, dove i vecchi paesi denunciavano, prima del terremoto del ’76, la lenta corrosione del tessuto edilizio in stato di abbandono per il progressivo spopolamento della montagna. Certamente, in quelle sue opere, riaffioravano i ricordi e le esperienze della sua infanzia vissuta in ristrettezze economiche.

La sua, quindi, è stata essenzialmente una pittura della memoria, come è possibile constatare osservando il piccolo dipinto, ospitato nella raccolta De Cillia, intitolato “Case di Grado”, un olio di cm 40×30 datato 1968. Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione del quadro consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.

C’era, quindi, nell’animo di Angelo Popesso un fondo di disincantata riflessione esistenziale, che contrastava con il suo dinamismo operativo e che filtrava negli appassionati dialoghi sviluppati con gli amici pittori o con le tante persone con cui aveva avuto dei contatti, attraverso la sua attività professionale di corniciaio. Era, forse, l’oscuro presentimento della fragilità della vita sempre insidiata dall’ombra della morte che lo rapì prematuramente, a soli 59 anni.