• L’ECOSISTEMA

    slide ecosistema

    Il comune di Treppo Carnico è situato nella parte centrale delle Alpi Carniche in Provincia di Udine,tra la “Catena Carnica” e le “Alpi Tolmezzine”, lungo il bacino del torrente Pontaiba, un affluente di sinistra del Torrente But. Camminando per le strade di Treppo possiamo ammirare la totale estensione del territorio comunale, salendo da Zenodis fino al centro del comune, passando poi per le frazioni di Siaio e Gleris e infine andando verso Tausia, si possono scorgere i confini del paese dettati dalle montagne circostanti: a Nord troviamo l’anfiteatro glaciale formato dalle linee di cresta dei Monti Dimon e Paularo (2043 m s.l.m.), e verso sud dalle cime del Monte Cucco (1804 m s.l.m.) e del monte Tersadia (1956 m s.l.m.).

    Ecosistema:
    E’ l’unità che include gli organismi che vivono insieme in una certa area (comunità biotica o biocenosi), interagenti con l’ambiente fisico (biotopo) in modo tale che un flusso di energia porti ad una ben definita struttura biotica e ad una ciclizzazione dei materiali fra viventi e non viventi all’interno del sistema.

    L’attuale paesaggio di Treppo Carnico non è altro che il risultato dei mille cambiamenti avvenuti nel tempo. Attenzione però, quando si parla di cambiamenti non ci si riferisce solo ai cambiamenti naturali come ed esempio pioggia, neve, sole, piante e animali, ma anche all’azione dell’uomo! Infatti inizialmente quando si parlava di ecosistema l’azione dell’uomo non veniva contemplata, mentre ora è largamente riconosciuta come uno dei principali fattori d’influenza all’interno di un ecosistema. Leggendo la definizione di ecosistema, sopra citata, si può intuire che il più piccolo cambiamento influenza tutto l’ambiente circostante. Concentriamoci ora sul fattore antropico e sui suoi effetti sull’ambiente: come il cambiamento dello stile di vita, la cultura, degli abitanti di Treppo abbia influenzato nel tempo l’aspetto dell’intero territorio. In primis guardiamo i numeri! Come è cambiata la popolazione negli anni? Partendo dagli anni ‘80 fino ai nostri giorni, gli abitanti sono aumentati o diminuiti??

    Grafico demografico

    Come si può notare dal grafico il trend demografico segna un calo quasi continuo della popolazione. E stiamo osservando solo gli ultimi trent’anni! Basti pensare che negli anni ’70 la popolazione superava ampiamente i 1.000 abitanti. Per cui già una diminuzione della popolazione avrà una certa influenza sull’ “equilibrio” dell’ecosistema Treppo.

    Analizziamo dunque l’aspetto culturale, esaminiamo una “famiglia tipo” di cinquant’anni fa:

    • l’uomo ha un lavoro stagionale e quando torna a casa si occupa della manutenzione domestica e degli stavoli, preparando la legna per l’inverno e altri lavoretti;

    • la donna si occupa dei figli, dello sfalcio dei prati, del bestiame (solitamente 2-3 mucche, maiali, galline, conigli…), dell’orto, della casa e degli anziani della famiglia;

    • i figli che vanno a scuola o a lavorare e aiutano la madre nelle mansioni quotidiane;

    Ora soffermiamoci su una “famiglia tipo” dei nostri giorni:

    • l’uomo che lavora in fabbrica o in ufficio, se è fortunato lo fa nei pressi dei comuni limitrofi altrimenti si deve spostare nei comuni più grandi come Tolmezzo o addirittura Udine;

    • la donna che lavora anch’essa, lo fa part-time o a tempo pieno;

    • i figli, se ci sono, che vanno a scuola, praticano sport nel tempo libero e forse aiutano un po’ in casa.

    Notate qualche differenza?? I prati e il bestiame dove sono finiti?? Chiaramente quest’analisi è molto semplificata ma possiamo comunque intuire che c’è stato un sostanziale cambiamento dello stile di vita e che a sua volta ha apportato dei cambiamenti all’interno dell’ecosistema e quindi nell’aspetto del territorio. Ma per verificare questa teoria ecco che possiamo avvalerci della tecnologia che ci offre la scienza attuale:

    Telerilevamento

    Il termine telerilevamento si riferisce all’insieme di tecniche, strumenti e mezzi interpretativi che permettono l’acquisizione a distanza di informazioni qualitative e quantitative su fenomeni o oggetti, senza entrare in diretto contatto con essi grazie alla radiazione elettromagnetica, cioè la propagazione di energia da una sorgente attraverso uno spazio. Nell’ecologia applicata si utilizza il telerilevamento ottico che sfrutta l’interazione dell’energia elettromagnetica e la superficie terrestre utilizzando le lunghezze d’onda del visibile e dell’IR (4-1000 µm). Numerose caratteristiche di questo strumento lo rendono fondamentale in molte discipline:

    • permette una visione sinottica del territorio;
    • consente l’elaborazione immediata dei dati (in formato digitale);
    • consente di accedere in qualunque momento ai dati e alle informazione registrate in un archivio dati;
    • permette la visualizzazione di aree difficili da raggiungere;

    Ma come funziona? Il sensore del satellite misura la radianza: la densità del flusso radiante emessa o assorbita da un’unità di superficie , cioè ogni pixel rappresenta la registrazione della riflessione o dell’emissione di calore dell’oggetto colpito dalla radiazione elettromagnetica. Tale valore viene convertito in un numero digitale ed inviato alla stazione a Terra. Dunque l’immagine che arriva è un raster: una matrice di numeri a cui corrispondono diverse tonalità di grigio. Generalmente un satellite, essendo dotato di più sensori, è sensibile a diverse lunghezze d’onda. È possibile sovrapporre immagini derivanti da bande diverse per ottenere delle immagini multispettrali, combinando gli spettri dei colori primari (Rosso – Verde – Blu) si ottengono anche delle immagine che presentano i colori naturali: RBG321

    Elaboratori GIS

    Lo strumento utilizzato per elaborare i dati, in questo caso, è un software GIS Open-Source gratuito: GRASS GIS. Tali software permettono la visualizzazione, l’elaborazione e la sovrapposizione di immagini che possono essere di due diversi tipi: le immagini raster e le immagini vettoriali. Nel nostro caso sono state utilizzate solo immagini raster.

  • IL CLIMA

    slide clima

    Vista la posizione orografica del territorio, per cui la catena Carnica blocca le masse di aria umida provenienti dal mar Adriatico, il clima risulta temperato freddo con un’impronta suboceanica e montana caratterizzato da precipitazioni scarse in inverno e frequenti in primavera e autunno, con un’estate fresca e piovosa. L’esposizione dei versanti al sole cambia notevolmente. Infatti, le località di Cech, Gosper e Faeit, per esempio, restano all’ombra per tutto il periodo invernale. Considerando inoltre che si trovano nei pressi dell’alveo del Pontaiba e che risentono dell’umidità e delle correnti d’aria fredda che si creano lungo il corso del fiume, presentano un microclima invernale più rigido rispetto alle località situate sul versante settentrionale. Proprio per questa caratteristica gli abitanti di “Gosper” un tempo il 17 gennaio festeggiavano l’arrivo del sole, ora però il sole arriva più tardi in quanto gli alberi sono più alti.

    Ecco come si presenta Treppo Carnico durante le diverse stagioni:

    • In primavera il paesaggio prende vita con i suoi mille colori del risveglio della natura e le mille melodie dei ritornati uccellini.
    • In estate poi, mentre vi godete il sole una dolce brezza d’aria fresca scenderà dai boschi vicini per rinfrescarvi dal caldo e ogni tanto la pioggia vi farà qualche piccolo scherzo arrivando inaspettata per poi sparire intenta a sorprendere qualcun altro.
    • Per gli artisti o gli amanti dell’autunno, questa stagione offre mille sfumature che riscaldano le vallate e il cuore di chi si farà conquistare da questi splendidi colori e magari chissà, potreste avere la fortuna di vedere due folletti mentre giocano a nascondino tra le foglie che colorano il sottobosco.
    • Infine in inverno potreste ammirare uno splendido paesaggio immerso nella neve e, ripercorrendo le strade del paese, sembrerà di vivere in una fiaba del Natale.

  • IDROLOGIA

    slide idrologia

    Treppo Carnico si stende lungo il bacino del torrente Pontaiba, il quale nasce e si immette nel torrente But. Tale bacino presenta numerosi affluenti che attraversano in diversi punti le località di Treppo entrando così nella vita quotidiana della popolazione. Percorrendo le vie del paese infatti incontreremo numerosi ponti e ponticelli da cui potremo osservare i bellissimi squarci di paesaggio che l’acqua ha lavorato nel corso degli anni e i giochi d’acqua e luce creati dalla cascate. In passato la stretta relazione tra uomo e natura aveva creato un rapporto quotidiano anche con i rii e i torrenti, infatti ancor’oggi possiamo ammirare i diversi “Lavatoi” che si trovano nelle varie frazioni.

    Essi sono costituiti da una vasca con due piani inclinati, una bocca d’ingresso per l’acqua e una d’uscita, e venivano utilizzati per lavare i panni utilizzando l’acqua dei rii quando ancora non esistevano le lavatrici o non c’era l’acqua corrente nelle case. Oggi hanno perso l’importanza d’un tempo viste le nuove comodità e tecnologie presenti in tutte le case, ma non è raro vedere qualche anziano lavare al lavatoio alcune cose oppure qualche casalinga intenta a lavare i propri tappeti o, ancor più probabile, i bambini del paese intenti a schizzarsi l’acqua l’un con l’altro.

    Non più in utilizzo invece sono i mulini di cui si ricordano solo alcuni nomi. Infatti a Zenodis le acque fresche ed energiche del rio Majôr alimentavano il mulin de Sante e la farie Bulcon mentre le acque del rio Mauràn alimentate dal laghetto alpino di Dimon e incanalate dalle abili mani dei nostri antenati, davano vita alle pale di ben cinque mulini lungo tutto il paese: il mulin di Cudîdo, de Ghitte, di Faêl, de Nai, di Vani ed inoltre a tre segherie: di Colèt in Gleris, di Sciôr Toni a Dortes e di Vigj a Treppo, quest’ultima é ancora in funzione ma senza l’aiuto della forza motrice dell’acqua. Infine vicino al ponte di Cech, sulla riva orografica sinistra del torrente Pontaiba, vi era un mulino utilizzato per “pestare” l’orzo accanto ad una fucina detta farie di Tato.

  • GEOLOGIA

    slide geologia

    ASPETTI GENERALI

    La val Pontaiba è una valle glaciale e presenta la tipica forma a “U” con alcune modificazioni date dall’attività dei corsi d’acqua, è orientata da Est verso Ovest per cui si può ammirare il calare del sole dietro Monte Zoncolan (comuni di Sutrio e Ravascletto) e gli splendidi giochi di luce che esso crea.

    GEOLOGIA

    Per un appassionato geologo o per un visitatore curioso, il territorio di Treppo C. offre molte varietà geologiche che vanno dal Carbonifero medio – inferiore al Triassico medio infatti scendendo lungo i versanti a nord e risalendo i versanti meridionali si ripercorre la storia orogenetica delle formazioni rocciose. Le rocce che affiorano nelle Alpi Carniche sono state coinvolte per ben due volte nei processi orogenetici: l’orogenesi Ercinica, che si sviluppò nell’Europa Centrale, e l’orogenesi Alpina che vede lo scontro tra i continenti europeo e africano.
    Osservando la cartina del territorio possiamo suddividere l’areale del comune in tre zone principali seguendo le caratteristiche generali delle rocce. Tali aree si frammentano a loro volta in 6 zone rappresentanti le diverse formazioni geologiche.

    SUOLO

    Durante un pic-nic nei boschi di Treppo Carnico possiamo incontrare diverse tipologie di suolo date dalla varietà delle rocce su cui si crea e dalla stretta interazione con la vegetazione. Seguendo, a grandi linee, le formazioni geologiche sui versanti settentrionali troviamo un suolo povero in nutrienti e poco profondo,caratteristico di substrati silicatici nella fascia alpina-montana (Ranker) accompagnato da suoli fertili un po’ più profondi (Bruni) formatisi su arenarie e argilliti. Nella zona centrale in prossimità dei calcari gessosi e marnosi si sono formati dei suoli poco profondi (Rendzina) e suoli con maggior contenuto argilloso aventi un’elevata capacità idrica (Bruno-calcarei). Infine risalendo i versanti meridionali troviamo sui substrati del Werfen dei suoli bruni e numerose frane nei dintorni dei rii. In prossimità delle testate dei rii Maestrin e Orteglas i versanti sono instabili e i suoli risultano incoerenti, poco profondi e aridi (Rendzina).

  • VEGETAZIONE

    slide flora

    ASPETTI GENERALI

    Il comune di Treppo Carnico presenta la vegetazione tipica della fascia montana con le caratteristiche date dal suolo, dall’esposizione dei versanti, dal clima della vallata e dall’azione dell’uomo sul territorio. Il paesaggio dunque è dominato dalle conifere: l’abete rosso regna sovrano, e in percentuali via via minori troviamo l’abete bianco, il larice, il faggio, il pino silvestre e infine alcune latifoglie.
    Passeggiando lungo i sentieri che circondano il comune, si possono incontrare numerose orchidee e specie endemiche. Tali endemismi, caratteristici delle Alpi Carniche, sono di tipo “julico”: l’areale di distribuzione infatti è centrato nelle Alpi Giulie Orientali, Alpi di Kamnik, Caravanche e giunge fino alle valli del Chiarsò-But e del Tagliamento.
    Tra le specie paleoendemiche troviamo il Cerastium subtrifolium, la Gentiana froelichii, la Campanula zoysii, mentre le neoendemiche sono rappresentate dal Ranunculus traunfellneri, dal Papaver alpinum subsp. Ernesti-mayeri e dall’Alyssum wulfenianum.

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    Inoltre per chi ama assaporare la natura questo territorio offre un’ampia varietà di funghi commestibili: dal porcino alle ombrelle, dai chiodini ai finferli, basta aguzzare la vista! Qui di seguito sono illustrate le principali e più caratteristiche associazioni boschive che potete incontrare durante un soggiorno in questa splendida vallata.

    Versanti esposti a sud

    Volgendo lo sguardo verso i versanti dei monti Paularo e Dimon troviamo delle verdi distese date dagli alti pascoli montani, mentre lungo il rio Mauran e nelle località di Stali Cuc e Pra Suart, possiamo osservare le formazioni boschive caratteristiche della zona montana e altimontana: la pecceta dei suoli acidi tipica con frammenti di faggeta. Ci troviamo tra gli 850 m e i 1400 m s.l.m e la specie dominante è l’abete rosso con scarsa presenza di larice,faggio e abete bianco, salvo nei versanti esposti a sud in cui l’alternanza faggio-abete rosso è favorita dai maggiori sbalzi termici. Tra le specie erbacee si possono incontrare:

    Concludendo il versante settentrionale, tra le frazioni Zenodis e Siaio, si individuano due siti caratterizzati dal Carpineto tipico in cui compaiono il carpino bianco, l’abete rosso, l’acero montano, il frassino maggiore, il ciliegio, il rovere e la robinia. Quest’ultima introdotta dall’uomo per il consolidamento dei versanti.

    Versanti esposti a nord

    Passeggiando nei boschi nelle località situate alla sinistra del torrente pontaiba, incorriamo nella pecceta di sostituzione dei substrati gessosi caratterizzata dalla presenza di abete rosso in concomitanza con il pino silvestre e con una ricca partecipazione di specie quali nocciolo, orniello e alcuni eseplari di rovere e castagno. Nel sottobosco sono presenti varie specie erbacee quali:

    Nel versante meridionale, oltre alla pecceta di sostituzione dei substrati gessosi troviamo il piceo – abieteto dei substrati carbonatici e dei suoli mesici montano compresi tra gli 850 m e i 1150 m s.l.m.. Tali associazioni sono caratterizzate dalla presenza dell’abete rosso e dell’abete bianco con spesso associati l’acero montano e il frassino maggiore, mentre nei tratti più impervi fanno capolino anche il larice e il pino silvestre. La vegetazione erbacea presenta alcune specie tipiche della faggeta:

    Proseguendo verso la cima del monte Tersadia l’abete bianco, l’abete rosso e il faggio sono in equilibrio tra loro formando così l’associazione vegetale abieti-piceo-faggeto dei substrati carbonatici montano, la copertura risulta eterogenea e solcata da valanghe vista l’instabilità dei versanti. Superando i 1400 m s.l.m. vi è la faggeta altimontana tipica in cui il faggio prevale sull’abete rosso e sul larice ed entra in contatto con un’altra tipologia, il lariceto primitivo, caratteristico delle aree più estreme. Lungo i versanti dei torrenti sono presenti delle formazioni extraripariali di ontano bianco. Infine raggiungendo la vetta troviamo ampi pascoli da cui godere del magnifico paesaggio montano.

  • LA FAUNA

    slide fauna

    Oltre alle bellezze vegetali, antropiche e paesaggistiche, il territorio di Treppo Carnico ospita numerose specie di animali: alcuni ormai stanziali e altri di passaggio o appena arrivati in questi boschi. Tra le specie storiche e che hanno sempre abitato questi posti ricordiamo il Camoscio , il Cervo e il Capriolo i quali rappresentano i grandi ungulati che popolano i boschi montani. Un altro importante ungulato, in costante espansione, è il Cinghiale. Già prima della guerra nella vicina Jugoslavia questo animale era abituale viaggiatore in questi boschi ma dopo la guerra non se ne videro più fino a pochi anni fa. L’origine della popolazione attuale è incerta, probabilmente è stata reintrodotta in vallate limitrofe e poi si è diffusa fino a raggiungere i boschi di questa zona.
    Tra le specie di maggior valore simbolico delle aree Alpine e Prealpine ci sono i grandi carnivori che, con la loro presenza, rendono testimonianza dell’importanza faunistica del territorio e della regione sono i grandi carnivori. Fra questi troviamo l’Orso bruno e la Lince che hanno cominciato a ricolonizzare questi territori a partire da est e da nord, dalle vicine Slovenia ed Austria. Sul territorio sono presenti inoltre numerose specie di rapaci come le Civette, le Poiane (in continuo aumento), l’Aquila reale e in alta quota è stato avvistato più volte il Barbagianni. Si può intuire il grande valore ecologico di questi territori dalla presenza di questi superpredatori, i grandi carnivori e gli uccelli rapaci. Questi rappresentano l’anello terminale della piramide alimentare mantenendo l’equilibrio dei livelli inferiori. La loro presenza dunque ci dice che gli ambienti naturali che frequentano sono particolarmente integri e ricchi di specie.
    Tra i piccoli carnivori troviamo l’Ermellino che frequenta le praterie alpine e anche i boschi freschi della media montagna. Infine tra i pascoli montani trovano il loro habitat ideale numerose specie come ad esempio il Fagiano di monte, la Pernice bianca e la Lepre comune. A causa dell’abbandono dei pascoli e delle malghe da parte dell’uomo, possiamo riscontrare l’inevitabile avanzamento delle aree boschive e l’aumento dei predatori (Poiane che cacciano i piccoli e Cinghiali che si nutrono delle uova) a danno di tali specie che subiscono la dimunuizione del territorio a disposizione. Bisognerebbe salvaguardare questi habitat per poter salvaguardare tali specie e quindi la biodiversità complessiva del territorio e quindi della regione visto che questi problemi non riguardano solamente quest’area.

  • AREE PROTETTE

    slide natura 2000

    RETE NATURA 2000

    Per gli amanti della natura Treppo Carnico è una continua scoperta, infatti oltre alle bellezze delle verdi vallate, delle vedute panoramiche e del paesaggio il territorio rientra nella “rete Natura 2000”, tutelato dalla Comunità Europea in quanto presenta unSito di Importanza Comunitaria (SIC) e una Zona a Protezione Speciale (ZPS). Entrambi i siti si trovano sui monti Paularo e Dimon e coinvolgono altri comuni limitrofi come Ligosullo, Paularo e Paluzza.

    Si tratta di una rete ecologica europea costituita da zone speciali volta a salvaguardare e conservare la biodiversità, per mantenere a lungo termine gli habitat naturali e le specie di flora e fauna, minacciati o rari a livello comunitario. Tale rete è fondata dall’Unione Europea ed è costituita da Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e da Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli”. In tali aree, l’attività umana non è bandita anzi, alcune zone sono fortemente influenzate dalla presenza dell’uomo come le aree agricole per esempio. Quest’habitat presenta numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate, per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva. La direttiva inoltre riconosce l’importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna, un po’ come dei “grossi massi che permettono di attraversare un fiume passando così da una sponda all’altra.”