I SOMMAVILLA

Questo cognome è scomparso da Treppo nel 1997 con la morte della Dalie, ma sopravvive ancora con Wanda e Adriana tuttora residenti a Bassano del Grappa. Sommavilla deriva dalla trasformazione dell’appellativo chei di som ville con cui venivano chiamati i membri della famiglia che abitavano nella parte più alta di Siaio.

Il 6 settembre 1508 a Paluzza viene stipulata una convenzione secondo la quale il maestro intagliatore Antonio Tironi avrebbe ricevuto la somma di 120 ducati per l’esecuzione di un altare ligneo da realizzare entro due anni e mezzo. Si parla ovviamente della pregevole opera del Tironi ancora oggi conservata nella cappella trecentesca della stessa chiesa di Santa Maria in Paluzza. Ma questo documento, se da una parte testimonia il ruolo attivo di Paluzza in un momento storico – artistico in cui pievi e parrocchie richiedevano pale d’altare, ancone, paliotti lignei, è per noi altrettanto importante dal punto di vista documentario perché fra i collaboratori del cameraro (cioè l’amministratore dei beni della chiesa) figura un Leonardus de Sompuilla de Siaijo.

I Sommavilla dunque risiedevano a Siaio, come viene specificato anche nella convenzione. Ma nel 1677 Nicolò Sommavilla si trasferisce da Siaio a Treppo, spostando così un ramo della sua famiglia più a valle e facendolo attecchire proprio all’ombra della chiesa di Sant’Agnese. La grande casa che fino ad una quarantina di anni fa occupava l’area ora ricoperta dall’aiuola sotto il campanile era la casa madre dei Sommavilla di Treppo. Successivamente vennero costruite le due case di Cjadisot (che si trovavano dove è oggi il monumento ai Caduti nella piazza antistante la chiesa) e quella di Pinel, meglio conosciuta negli anni a noi più prossimi come la casa de Gjgiotte (che occupava di fronte alla chiesa lo spazio di confluenza fra le attuali vie IV Novembre e don Foschiani).
A ben vedere dunque tutta la zona che gravitava attorno alla chiesa era occupata da case della famiglia Sommavilla, e si può affermare quasi che fosse un borc dei Sommavilla, di cui oggi è rimasto ben poco: le due case di Cjadisot sono state demolite nel 1928 quando è stato eretto il monumento; della casa della Gjgiotte è rimasto solo il portale d’ingresso del 1729, integrato in un’altra abitazione; della casa madre sono rimasti il portale ed il poggiolo ora integrati nella canonica. Oltre a questi resti molto parziali è rimasto intero solo lo stavolo di fronte alla chiesa il quale reca, sulla chiave di volta del portale, una pietra con l’iscrizione 1721 G.S.V., che sappiamo essere la data di costruzione dello stavolo ad opera di un certo Giacomo Sommavilla. I Sommavilla si portavano dietro un soprannome: i Perz. Infatti la casa sotto il campanile era conosciuta come la casa dei Perz (che peraltro è un nome indicativo di tante famiglie ancora a Treppo), probabilmente derivante dal nome di una ava chiamata Perta o Berta.
Ho già scritto in altra sede che il soprannome Perz viene assunto dai Sommavilla dal cognome della nonna Domenica Perta, figlia di Giovanni di Illegio immigrato a Siaio. Questa donna nel 1632 aveva sposato Battista Sommavilla, e da questo momento i suoi figli e nipoti venivano indicati come chei da Perte; per arrivare a Perz il passo è breve, considerato che i soprannomi sono sempre in evoluzione.

Un’altra informazione che riguarda questa famiglia è relativa a Prè Pietro Sommavilla che è stato vicario per ben venticinque anni qui a Treppo. Egli ha tenuto una fitta corrispondenza con i suoi fratelli che si erano stabiliti in Germania e che colà gestivano affari e negozi. Nessuno di quei fratelli tornò nella terra delle proprie origini, solamente una nipote del sacerdote, Orsolina, che sposò Daniele di Zilie il 7 novembre 1800. Il matrimonio venne celebrato nella originaria cappella di Sant’Agnese, che pochi anni dopo sarà demolita per far posto all’attuale chiesa. Se vogliamo rintracciare i Sommavilla tedeschi non li troveremo mai sotto il nome con cui li conosciamo a Treppo, ma nella forma germanizzata Oberdorferin (traduzione letterale di Sommavilla), termine con cui Orsolina firma una lettera inviata al suo fidanzato.”

Notizie tratte da:
Libro “Tradizioni, società e cultura in Val Pontaiba – Atti del Convegno 2 agosto 1998 – Treppo Carnico”, edito dal Coordinamento dei circoli culturali della Carnia; nel capitolo “Antiche famiglie in Val Pontaiba” di don Tarcisio Puntel, a cura di Angela Cortolezzis, Paola Pellegrini, Maurizia Plos.