I CORTOLEZZIS

La spiegazione del significato di questo nome è incerta. Istintivamente si potrebbe collegarlo al termine cort, che indica il cortile caratteristico dell’abitazione; e in questo caso Cortolezzis potrebbe essere il risultato della trasformazione dell’appellativo chei da corte. Una cosa è certa: questo termine era nell’antichità abbastanza diffuso in tutte le sue trascrizioni possibili (Cortolecis, o Cortaleccis, o Corteleccis) e non era un nome solo carnico. La parola Cortolezzis dalle nostre parti appare per la prima volta in una pergamena conservata a Paluzza e risalente all’aprile 1321. In questo documento un certo Nicolò Federico de Siaio, legato per impegni con la chiesa di San Daniele, paga l’affitto per un campo sito nelle vicinanze di Siaio in prossimità di del possedimento di Daniele de Schiale, in un luogo chiamato Cortalezas, tuttora riconoscibile come nome che identifica l’area tra l’albergo Cristofoli e le prime case della frazione di Siaio.

In quel momento storico, dunque, Cortalezas non indicava un cognome ma una località. Con il tempo cominciò a definire le famiglie abitanti nella zona o che avevano proprietà in quei luoghi e solo successivamente diventò cognome. Un ramo della famiglia Cortolezzis fino ai primi del ‘900 ha abitato a Treppo nella località oltre il torrente Pontaiba oggi denominata Gosper. Siccome nei tempi antichi non era ancora invalso l’uso di tale denominazione, ho cominciato a curiosare negli archivi per verificare una mia ipotesi, e cioè che un membro della famiglia Cortolezzis avesse lasciato il nome alla zona in cui sorgeva la propria abitazione. Le mie ricerche hanno messo in luce che non solo è esistito un Gasparino Cortolezzis (in carnico Gosper) nato verso l’anno 1580 e morto il 27 gennaio 1648, ma che egli è stato anche l’antenato di tutti i Cortolezzis di Treppo. Dal suo matrimonio con Caterina de Breili quondam Pietro de Siaio nacquero, fra gli altri, i tre figli maschi che daranno origine ai tre diversi rami della famiglia: dal figlio Giovanni ebbe seguito la famiglia Libar (tutti i discendenti di Paulin de Sante, la Santine, chei de Loile) e Caposaldo (di quest’ultima famiglia l’unica rappresentante era la Maria di Jacum da Pick, morta nella primavera del 1998); da Antonio ebbero seguito i Faress e i Flik. I Faress anticamente abitavano a Zenodis in som da cleve, in cima al borgo, e poi successivamente alcuni sono tornati a Treppo determinando due diversi rami della stessa famiglia, chei de cooperative originati da Vigj, e i Mosconi discendenti di Giacomo Matteo; infine da Leonardo risultano tutti gli altri Cortolezzis fra cui Gosper (il cui ceppo è ormai estinto a Treppo ma restano chei di Cagnashut, attualmente residenti in Canadà, i Pachits, de Gôbe, Gjardét.

A cavallo tra ‘700 e ‘800 la famiglia Cortolezzis aveva fatto una discreta fortuna con la mercatura, infatti molti componenti di questa famiglia erano cramârs. Fino al 1737 la famiglia aveva vasti possedimenti e occupava tutte le abitazioni che tuttora sono degli eredi di Valdine e del Nonzolo ed inoltre la parte dell’attuale albergo Cristofoli e l’attiguo emporio della Mimina. Dopo quella data parte della proprietà venne assorbita dai Craighero attraverso il matrimonio tra Nicolò, che ritroviamo nelle sue funzioni di perito in numerosi atti da lui firmati, e donna Orsola Cortolezzis.

La parte invece occupata dall’attuale albergo ed emporio rimase di proprietà della benestante famiglia di Giovanni Battista Cortolezzis e Cristina Tavoschi fino al 1890, anno in cui il loro figlio Felice Cortolezzis Flik partì per Venezia dopo aver venduto la sua proprietà al maestro Antonio Cristofoli. Il fratello del nonno di Giovanni Battista Cortolezzis, Matteo, è stato uno dei grandi benefattori della nostra chiesa, anche se non sappiamo bene in quale maniera tangibile sia intervenuto, ma probabilmente aiutandone finanziariamente la costruzione. Matteo muore nel 1812 e la comunità di Treppo lo ha ricordato con una targa commemorativa posta sulla parete laterale esterna della chiesa.

La famiglia Cortolezzis ha dato alla comunità anche un curato, Nicolò, che, nell’avvicendarsi dei sacerdoti nel nostro paese, succede dal 1718 al 1738 a Pietro Scala e a Iacopo Iacumini da Sigilletto; le sue spoglie sono conservate nella tomba dei sacerdoti nella chiesa di Sant’Agnese qui a Treppo.”

Notizie tratte da:
Libro “Tradizioni, società e cultura in Val Pontaiba – Atti del Convegno 2 agosto 1998 – Treppo Carnico”, edito dal Coordinamento dei circoli culturali della Carnia; nel capitolo “Antiche famiglie in Val Pontaiba” di don Tarcisio Puntel, a cura di Angela Cortolezzis, Paola Pellegrini, Maurizia Plos.