I COPIZ

Non vi è nulla di certo riguardo le origini della famiglia Copiz. Una cittadina tedesca sull’Elba porta il nome Pirna – Copitz (Copitz è la parte al nord del fiume), ma il legame con i Copiz non è provato. Leggende famigliari, poi, su possibili origini austriache non sono confermate da alcun documento noto.
Ci sono comunque due certezze: la prima, testimoniata dal locale archivio parrocchiale, è che verso la fine del XVII secolo una famiglia Copiz viveva a Chiusaforte; la seconda, avvalorata dall’archivio parrocchiale di Treppo Carnico, è che all’inizio del XVIII secolo nel nostro paese viveva un certo Leonardo Copiz (1699-1770) di Girolamo e Anna Lugali, proveniente da Casasola di Chiusa(forte), che si stabilì nella località di Siaio, diventando il capostipite di tutti i Copiz della zona. Nella nostra ricerca ci siamo concentrati sui rappresentanti di questa famiglia che si chiamavano Pietro.

Il capostipite Leonardo Copiz si sposò con Maria Plazotta, di Pietro e Maria Majon, ed ebbero otto figli. Il terzo, Pietro Copiz (1724-1784) morì a Salisburgo, il che mostra forti legami famigliari o di lavoro con l’Austria. Egli si sposò con una certa Domenica (1741 – 1801) che gli diede quattro figli di cui il terzogenito fu Pietro Antonio Copiz (1772-1817). Quest’ultimo si unì a Anna Morocutti, di Osualdo e Maria Anna Silverio, da cui ebbe sei figli. Il primogenito Pietro Copiz (1803-1884) scelse come sposa Caterina De Cillia, di Nicolò e Anna Craighero. Essi ebbero cinque figli, di cui il primogenito fu Pietro Copitz (1830-1890): l’ormai “celebre” fotografo che nell’immaginario collettivo della nostra Comunità rappresenta il sogno antico e affascinante di disegnare senza pennelli, direttamente con la luce.

Verso la metà dell’800, infatti, molti pittori abbandonarono tavolozza e pennelli per dedicarsi al nuovo mestiere di fotografo, dando largo spazio agli effetti pittorici del paesaggio e ritraendo generalmente persone in posa. E anche Pietro Copitz decise di cimentarsi nella nuova attività, grazie alla quale oggi disponiamo di testimonianze che ci regalano la rappresentazione di un mondo che non c’è più, testimonianze piene del fascino tipico delle fotografie del passato e ricche del coraggio che sempre contraddistingue i pionieri in ogni campo.

Pietro Copitz ‘de Segate’ era nato a Siaio il 6 settembre 1830. Il 5 febbraio 1862 sposò Maria Luigia Plazzotta di Osualdo e di Margherita Moro, da cui ebbe ben quattordici figli. I figli sono: Caterina (1863 sposata a Invillino), Margherita (1864 – 1867), Pietro (1865 – 1934 morto in Romania), nella foto non appare Matilde (1867-1868), Margherita (1869-1869), Maria (1870-1903) prima moglie di Ferdinando De Cillia, Osualdo (1872 – 1946 morto a Conegliano), Guglielmo “Gjelmo” (1874 – 1949), Isabella (1876 morta in Romania), Giuseppina (1877 – 1904) sposata a Moro Osualdo, Amalia (1879 – 1930) seconda moglie di Ferdinando De Cillia, Leone (1881 morto a Milano), Agostina (1883 morta a Pesaro), Margherita (1885 morta a Udine), Emilia (1889 – 1948 morta in Francia) non era ancora nata.
La numerosa famiglia abitava in piazza a Siaio, in una casa che è stata demolita in epoca recente. Pietro Copitz non aveva compiuto ancora 60 anni quando morì a Siaio il 17 gennaio 1890. Si può ipotizzare che le sue condizioni economiche non fossero misere, dal momento che era riuscito a procurarsi il costoso materiale per esercitare l’attività fotografica, e che possedesse una discreta cultura, come testimonia la sua elegante e scorrevole scrittura. Egli riuscì ad aprire un piccolo studio in Siaio ed operò anche come ambulante nel senso che si spostava in varie località della Carnia.

Possiamo risalire alla sua attività esaminando i registri parrocchiali nei quali, in occasione del battesimo della figlia Margherita, lo troviamo identificato come pittore e fotografo già in data 1869. Sono giunte a noi fotografie di Pietro Copitz, scattate anche in epoca precedente, come ad esempio il bel ritratto in studio del vecchio Pietro Morocutti “de Filipe” firmato e datato 1863 di suo pugno.
Se consideriamo che i primi studi fotografici iniziarono a Udine la loro attività dal 1858 al 1866 con Giovanni Battista Braida e Giuseppe Malignani, possiamo affermare con certezza (mista ad orgoglio) che Copiz è stato l’antesignano dei fotografi carnici e uno dei pionieri della fotografia friulana.

Notizie tratte da:
libro “Tradizioni, società e cultura in Val Pontaiba – Atti del Convegno 2 agosto 1998 – Treppo Carnico”, edito dal Coordinamento dei circoli culturali della Carnia; nel capitolo “Antiche famiglie in Val Pontaiba” di don Tarcisio Puntel, a cura di Angela Cortolezzis, Paola Pellegrini, Maurizia Plos.