GLI SCALA

A Treppo la famiglia Scala è stata una delle famiglie più antiche, più importanti storicamente ed economicamente: ci ha infatti lasciato numerose testimonianze di agiatezza e prestigio nelle proprie case ancora visibili in paese. Fin dal 1321 abbiamo la testimonianza documentaria riportata in due punti diversi di una pergamena, conosciuta come Rotolo di San Giacomo, con cui si attesta l’antichità delle origini della famiglia ed in particolare dell’esistenza di Daniele de Schiala de Siaio. Il suo terreno, nel documento, viene preso a riferimento per indicare la localizzazione di un altro ubicato “iuxta Danielem de Schiala”.

Ma il documento più importante è senz’altro quello datato 15 dicembre 1366 nel quale il Patriarca di Aquileia Marquardo di Randeck conferisce l’investitura di gismano, ad un certo Guglielmo, figlio di Giacomo di Scala della Carnia, con il privilegio di trattenere per sé e per quelli della sua famiglia la decima parte delle tasse riscosse a Cercivento.

Il Patriarca – Marchese a quei tempi investiva i feudatari di privilegi sia all’interno del villaggio di appartenenza che fuori, purché vigilassero sul territorio su cui avevano giurisdizione e potere, e fornissero in caso di guerra un certo numero di soldati già pronti armati.

…… Quindi gli Scala erano dei feudatari e lasciarono testimonianze tangibili del loro ruolo sociale: infatti le case Scala a Treppo sono le più antiche e architettonicamente interessanti. Attualmente possiamo ancora ammirare cinque case Scala a Siaio, risalenti tutte al ‘700. La prima è conosciuta proprio come cjase di Scjale nella quale ora abita la famiglia Clara; essa recava incisa sul corrimano esterno la data 1721 e sulla facciata si trova dipinto lo stemma caratteristico della famiglia. ……. Nella casa degli Scala subentrarono in un secondo tempo i Plazzotta con la figura di Limpio che, sposando donna Agnese Scala, ha aggiunto al proprio cognome l’attributo nobile della moglie, dando origine al ramo dei Plazzotta – Scala.

Una seconda casa Scala è quella di proprietà di Giustino Baritussio; l’edifico è risalente al 1714, anche se probabilmente sia questa che la casa di Scala furono ricostruite o ristrutturate nel ‘700 su precedenti abitazioni. La casa vicina a quella di Giustino è da sempre conosciuta come la cjase di Corradin. A questo punto era d’obbligo andare a ricercare delle prove che fosse realmente esistito un membro della famiglia Scala chiamato Corradin. Effettivamente cercando nell’anagrafe di Treppo Carnico troviamo questo nome menzionato solo una volta e riferito ad un certo Corradin che nacque verso l’anno 1580. La sua casa nel corso dei secoli ha visto passare tre sacerdoti che sono rimasti nella memoria della comunità intera: Pietro, nato nel 1674, è stato il primo sacerdote presente qui a Treppo e per sei anni consecutivi, dal 1700 al 1706, ha curato le anime dei suoi parrocchiani; …..Daniele (1711 – 1791) che fu vicario per ben vent’anni a Treppo e la sua salma è tumulata nella chiesa di Sant’Agnese; infine Leonardo, contemporaneo di Daniele, anch’egli sepolto nella nostra chiesa nella tomba dei sacerdoti: si ha notizia della sua tragica morte avvenuta nella notte del 6 marzo 1785 mentre “tornando da Cleulis, dove era stato a dir messa, nel passare per Treppo, rimase soffocato sotto una valanga scivolata giù dal tetto della casa Craighero, in faccia all’orto della Canonica. Vi fu infisso nel muro per memoria un capitello.” Le ultime due case degli Scala sono anch’esse a Siaio. Quella di GioBatta, una delle case più antiche del paese la cui sigla G.B.S. 1686 è riportata sulla chiave di volta del portale, è conosciuta come la casa de Caruline.

Dirimpetto a questa troviamo l’ultima casa degli Scala, risalente agli anni intorno al 1780 e costruita da Osvaldo. Oggi è proprietà di Dario De Cillia. A Treppo la famiglia Scala si è estinta: l’ultima rappresentante era la Maricon, bisnonna di Enzo Cortolezzis, nonna di Paolo Cortolezzis, morta nel 1925.”

Notizie tratte da:
Libro “Tradizioni, società e cultura in Val Pontaiba – Atti del Convegno 2 agosto 1998 – Treppo Carnico”, edito dal Coordinamento dei circoli culturali della Carnia; nel capitolo “Antiche famiglie in Val Pontaiba” di don Tarcisio Puntel, a cura di Angela Cortolezzis, Paola Pellegrini, Maurizia Plos.