GIORDANO MERLO

(Arta Terme, 1919 – Udine, 1996)

Giordano Merlo mostra sin da piccolo una notevole predisposizione per la pittura, che coltiva frequentando, dopo le elementari, la Scuola di arti e mestieri di Tolmezzo, salvo poi proseguire gli studi a Roma, all’Accademia di educazione fisica alla Farnesina. E sarà solo dopo il rientro in Italia, nel 1947, che Merlo comincerà a dedicarsi quasi anima e corpo alla pittura, tanto da diventarne uno dei rappresentanti più significativi, personaggio di spicco nella nutrita e fertile cerchia di artisti friulani.

“L’esperienza artistica di Giordano Merlo attinge stimoli dall’espressionismo tedesco. Colori violenti e disarmonici visualizzano la dissociazione esistente nella nostra società ed i conflitti interiori che travagliano l’uomo contemporaneo…”. La pittura di Merlo si definisce nelle frasi scritte dal critico Luciano Perissinotto, qui riportate. La caratteristica dell’espressione artistica di questo pittore carnico consiste proprio in un impiego contrastato del colore, con la predominanza dei rossi, dei gialli e dei blu, ossia dei colori primari.

Per quanto concerne la grafica, il segno è corposo, con accentuati contrasti di luce e ombra, come è possibile osservare anche nella “Natura morta” presente nel museo De Cillia, (una tecnica mista su carta, di cm 48×32, del 1963) nella quale la contrapposizione delle macchie e dei segni scuri con il bianco della carta crea un effetto plastico, rude, che accentua la semplificazione del tema, senza alcuna concessione a piacevolezze descrittive. Per accedere ad ulteriori dati relativi alla catalogazione dell’opera consultare il sito www.beniculturali.regione.fvg.it.

Giordano Merlo va ricordato non solo per la sua attività artistica, ma anche per l’impegno espresso a favore del Centro Friulano Arti Plastiche, per il quale svolse la funzione di segretario, con rilevanti iniziative promozionali, fino agli ultimi anni della sua vita.